l'editoriale
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28 Aprile 2022 - 08:38
Chissà se la luna / di Kiev / è bella / come la luna di Roma, / chissà se è la stessa / o soltanto sua sorella… / “Ma son sempre quella! / – la luna protesta – / non sono mica / un berretto da notte /sulla tua testa!
Chissà quali meccanismi spingono versi di decenni fa, di quando la poesia era di carta e di cuore, a diventare messaggi virali, al di là degli algoritmi e degli inchiostri digitali. Gianni Rodari è stato riscoperto fin dai primissimi giorni della guerra, lui il cantore delle filastrocche per bambini, delle fiabe al telefono, il maestro nato a Omegna che si fece protagonista della Resistenza lombarda, rifiutando la chiamata alle armi repubblichina in ricordo degli amici morti. Poeta, educatore, letterato finissimo, fu l’uomo che quando parlò di guerra lo fece mettendosi alla misura dei bambini, accovacciandosi e non ponendosi su piedistalli o pulpiti. Scelse Kiev per la sua luna, i cui raggi viaggiano senza passaporto, invitato dalla lettera di una bambina giunta alla sua rubrica su “L’Unità” e “La Luna di Kiev” ha cominciato a rimbalzare di social in social, a conquistare anche le generazioni che di Rodari non avevano mai sentito parlare. Ed è diventata un libro, con i disegni dell’illustratrice bolognese Barbara Alemagna, subito in testa alle classifiche e i cui proventi andranno a favore della Croce Rossa per l’emergenza in Ucraina.
Messaggi di pace, necessari quanto mai in questi momenti, come anche, sempre di Rodari, “Promemoria” perché ci «sono cose da non fare» e una è certo la guerra, come «dalla bomba chi ci salverà, ci salva l’aviatore che non lo farà» del “Girotondo” di Fabrizio De André, appello al cuore dei soldati - ma come possono? - di rifiutarsi di combattere, paradosso anche di oggi quando i più interventisti sembrano politici, commentatori e giornalisti (di quelli che amano la guerra perché gli ricorda quando erano giovani e magri, tanto per adeguare un verso di Lorenzo Jovanotti ai tempi attuali), mentre sono i generali a frenare sia sull’invio di armi sia su possibili interventi. Perché la guerra, loro la conoscono. E i bambini in guerra muoiono più dei soldati, sotto ogni cielo, sotto ogni Luna.
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