Due scrittrici salite sul ring e la boxe raccontata dai pugili

A corta distanza, i corpi che si toccano, il clinch che poi si scioglie, sudore contro sudore, i colpi portati corti, magari al corpo, ché se becchi il fegato è vittoria sicura, oppure ti entra il montante. A corta distanza si respira autentica boxe, il confronto gladiatorio, più che nell’occupazione del centro del ring, nel gioco di gambe che ogni pugile deve avere per non soccombere. O alle corde, dove in teoria sei in trappola, ma Muhammed Alì se ne servì per colpire e devastare, mentre Rocky Marciano diceva «io mi faccio picchiare per tutto il tempo, non mi spaventa il dolore, poi colpisco e vinco». E “A corta distanza” (Tabula Fati, 14 euro) è anche il titolo del bel libro diFederica Guglielmini e Virginia Perini, rispettivamente educatrice e giornalista freelance, ma soprattutto «compagne di boxe», che i guantoni li hanno infilati e l’odore del sacco e del cuoio lo conoscono. Il loro amore per la boxe si esprime in una galleria di personaggi intervistati e chiamati alla confidenza, vera storia della boxe del nostro Paese. Attraverso gli storici maestri, le grandi famiglie che ancora cercano di tenere in vita il sistema in crisi, i campioni come Giacobbe Fragomeni - il cui passaggio nei realtity dovrebbe aver dato visibilità a un mondo che è ben diverso da quello dei film -, come Damiani, Stecca, ma anche il giovane Giulio Zito “Il generale” che dal ring ha trovato il coraggio di scendere. E Patrizio Oliva, ma anche Gianni Minà e quei racconti delle “facce da pugni”. E la filosofia, l’arte. Perché la boxe è la «nobile arte» che ha sempre appassionato gli scrittori, gli artisti, metafora della vita e del combattimento, parte guerra e parte scherma. Non esiste un pugile uguale a un altro, non esiste altro combattimento che quello contro te stesso, ché quanto combatti, affronti l’ombra sul muro o il riflesso nello specchio. A CORTA DISTANZA Autore: Federica Guglielmini, Virginia Perini Editore: Tabula Fati Genere: Sport Prezzo: 14 euro