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09 Marzo 2023 - 08:57
A Venezia iniziò la sua avventura poetica, con una pubblicazione a proprie spese, e a Venezia riposa in eterno Ezra Pound. Una circolarità che sembra impressa nel destino del grande poeta, così legato all’Italia: l’amata Rapallo, la laguna degli ultimi giorni, la nascita dei suoi figli - quella legittima e quello dell’amante, comunque riconosciuto -, la parentesi amara della prigionia, nella gabbia preparata dagli americani alla fine della seconda guerra mondiale, prima di riportarlo in patria, negli Stati Uniti, per rinchiuderlo per tredici anni in manicomio, dove peraltro riuscì a creare una specie di libera università con tanti giovani - anche hippy - che si facevano rinchiudere. Non si separa l’opera dalla biografia, soprattutto quando questa è una «opera infinita, nel duplice significato di non finita e non finibile, sia perché Pound ha lasciato aperta la conclusione, sia perché tratta davvero di inesauribili argomenti, luoghi, personaggi, storie dell’intero scibile umano», come scrive Luca Gallesi ne “I Cantos di Ezra Pound. Una guida” (Ares, 15 euro). Docente di inglese e collaboratore delle pagine culturali di Giornale e Avvenire, Gallesi dirige la collana Poundiana delle Edizioni Ares, in cui ha pubblicato “Le origini del fascismo di Ezra Pound” (2005) e tra le altre opere, ha curato saggi su W.B. Yeats, John Florio, George Russel, Gallesi studia l’opera di Pound da una quarantina d’anni ed è in questa ottica che ha preparato questa guida - la prima del genere in Italia - uscita in occasione dei cinquant’anni dalla morte dello scrittore.
Nel suo libro, Gallesi chiarisce immediatamente che i Cantos non sono un poema classico «cui ci hanno abituato gli anni del liceo», tanto che il suo intento è semmai chiarire come «non vanno letti» i Cantos. Un’opera che può intimorire, priva di un eroe - come può essere Ulisse - ma in realtà affollata di tutti gli eroi classici. «Inoltre, per rendere la lettura più complicata, l’autore si è sempre rifiutato di frapporsi tra il lettore e il testo». Non per niente, ci ricorda Gallesi, Pound odiava i «letterati di professione». Ciò detto, i Cantos possono anche essere divertenti, ed è questa la rivoluzione dell’interpretazione. L’autentica epica americana, è stato detto. Ma a conti fatti, è prima di tutto l’epica di un uomo, il «Prometeo ingabbiato», che pure tanta influenza ha avuto nella cultura del Novecento, dalla letteratura alla musicologia, persino all’economia.
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