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04 Agosto 2022 - 08:40
Quando si pensa a Franco Battiato, una delle menti più sofisticate che la musica italiana abbia mai partorito, si pensa a un artista che non si vuole lasciare andare via. Troppo grande la sua musica, troppo importanti le sue lezioni di vita, di arte, racchiuse anche solo in una manciata di note e di parole immortali. Merita tutto franco Battiato (scomparso il 18 maggio del 2021), anche una canzone agiografica come solo ai grandi è capitato di avere, basti pensare a “Song for Bob Dylan e Andy Warhol” di David Bowie. Una canzone nata quando ancora era in vita, una canzone che solo l’amico Morgan, dall’alto della sua irrequieta creatività, poteva scrivere. Lo fece più di un anno fa quando si accorse che le condizioni di salute di Franco Battiato stavano peggiorando e oggi, quel brano dal titolo diretto come solo Morgan sa essere, “Battiato (Mi spezza il cuore)”, è pronto a uscire in tutte le radio italiane. Da domani echeggerà sulle spiagge, nella case e, per la prima volta, sarà suonato dal vivo proprio in Piemonte, a Sportinia di Sauze d’Oulx, dove la mattina del 15 agosto Morgan sarà il protagonista del consueto concerto di Ferragosto delle 11,30 raggiungibile in funivia.
«Canterò la versione più lunga del brano - spiega Morgan raggiunto alla vigilia dell’atteso ritorno dato che erano dieci anni che non pubblicava qualcosa di suo - l’Ep contiene, infatti, cinque versioni della canzone, a Sportinia suonerò quella da nove minuti».
Come l’accoglierà il pubblico? Se l’è chiesto? «La canzone è di un genere particolare molto raro, si basa sul racconto di un nostro maestro ed è nello stile del maestro stesso, si tratta di un’opera originale che raccoglie l’eredità artistica di Battiato e che racconta la nostra amicizia».
Come vi siete conosciuti? «È avvenuto nel 1995 durante il Concerto del Primo maggio. Venne a cercarmi lui nel mio camerino, entrò all’improvviso, mi disse che in taxi aveva sentito delle canzoni che lo avevano incuriosito, erano lei mie. “Tu sei quello che scrive: a Beethoven e Sinatra preferisco l’insalata”, lo presi in giro, e da lì è nata la nostra amicizia musicale».
Cosa le ha lasciato Battiato? «Lui capiva le idee, purtroppo siamo in Italia un paese stretto. È stato stretto per lui e lo è adesso per me. È un paese che più che uno stivale assomiglia a un freno che lo tiene fuori dal contesto internazionale. Franco Battiato nella prima fase della sua carriera è stato uno sperimentatore, poi è riuscito a mettere in pratica le sue idee».
Il brano è stato scritto quando lui era ancora in vita, ma solo oggi viene pubblicato. «Sì, ho aspettato un anno, l’ho tenuto quasi top secret. Lo feci ascoltare solo ad Alice, sua grande amica, e a pochi altri intimi».
Cosa l’ha spinta davvero a scrivere questa canzone? «Quando mi sono accorto che la sua mente così intelligente stava per essere deteriorata come un meraviglioso mandala che viene cancellato per sempre sono stato colto da una profonda tristezza».
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