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25 Giugno 2019 - 08:04
Ogni seduta rinviata del consiglio costa 1.400 euro
Ancora una volta, il consiglio comunale di Venaria è stato interrotto prima di iniziare a causa dell’assenza del numero legale e questa volta potrebbe anche essere l’ultima: nelle prossime ore il sindaco Roberto Falcone potrebbe infatti dimettersi.
In questi mesi di aspre polemiche il sindaco pentastellato si è trovato più volte a dover fare i conti con una maggioranza che non ha i numeri per rendere valida la prima convocazione, ovvero la presenza in aula contemporaneamente di almeno tredici consiglieri. Ieri sera, dopo aver assistito alla discussione delle interrogazioni - dove per regolamento non c’è bisogno del numero legale - il segretario comunale Ezio Caffer ha registrato la presenza in aula del primo cittadino, del presidente del consiglio comunale Andrea Accorsi e dei consiglieri di opposizione Marco Scavone (Lega), Viviana Andreotti (Lega), Maurizio Russo (Moderati), Alessandro Brescia (Uniti per Cambiare), Giuseppe Capogna (Per Venaria Insieme) e Salvatore Ippolito (Gruppo misto di minoranza). Con loro anche il vicesindaco Antonella D’Afflitto, che però non viene conteggiata per il numero legale in quanto assessore.
Prima dell’appello, è uscito dall’aula Guido Ruento, il capogruppo pentastellato che per coerenza con il gruppo stesso, ha deciso di uscire prima che avessero inizio i lavori. E così, ancora una volta, sono stati buttati via ben 1.400 euro. Ovvero quanto costa il pagamento del personale comunale deputato agli adempimenti burocratici in aula, al servizio di guardiania, agli agenti della polizia in servizio per garantire l’ordine pubblico. Soldi pubblici che svaniscono nel nulla per via di una maggioranza che dopo le dimissioni di Giovanni Battafarano, Luca Stasi e Rosa Antico e il passaggio nel gruppo misto di Maggioranza del presidente del consiglio Accorsi - in procinto di dimettersi dalla terza carica cittadina - vede il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle composto da Falcone più undici consiglieri, visto il subentro dell’ultimo in lista, vale a dire Matteo Bottari.
Una maggioranza solo più sulla carta, visto che d’ora in poi, e salvo l’aiuto di qualche componente della minoranza, non potranno essere votate le delibere che avranno bisogno di una maggioranza qualificata, pari o superiore a 13 consiglieri. Come ad esempio quelle relative al bilancio. Così come tutti i consigli comunali saranno sempre in doppia convocazione. Con una spesa di 2.800 euro a consiglio, visto l’obbligo - giocoforza - dei due turni, il lunedì e il martedì.
E se le minoranze consiliari chiedono, ormai all’unisono e senza distinzioni di colore politico, che venga “staccata la spina”, Falcone potrebbe decidere di accontentarli. Infatti ieri dopo una riunione di maggioranza ha fatto intendere di non aver più voglia di continuare a queste condizioni.
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