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TERRONE Il vocabolo è entrato nella lingua italiana in epoche tutto sommato recenti. Infatti, appare per la prima volta nell’appendice al Dizionario Moderno di Alfredo Panzini nel 1950. Il significato è noto: è un termine dispregiativo per indicare i contadini del Sud, visto come un territorio legato alla terra (e, per gli abitanti delle città industrializzate del Nord, questo era un elemento negativo, simbolo di arretratezza).

POLENTONE Il termine è anch’esso di recente introduzione e si riferisce agli abitanti del Nord, visti come “mangiatori di polenta”. Già, ma da dove viene il termine “polenta”? Il termine polenta deriva dal latino puls, una specie di polenta di farro (in latino far da cui deriva "farina") che costituiva la base della dieta delle antiche popolazioni italiche.

BOGIA NEN Il noto termine è usato dagli stessi piemontesi per indicare se stessi (si scrive così, bogia nen, perché in lingua piemontese la “o” si legge “u”). La leggenda vuole che questa voce sia entrata nell’uso comune dopo la battaglia dell’Assietta del 1747. In realtà, nessuna fonte storica conferma questo noto luogo comune; pertanto, vi può anche essere il sospetto che il termine bogia nen sia stato introdotto in senso dispregiativo.

BURINO Con questo termine, in dialetto romanesco si indica il contadino, il campagnolo o la persona con forma e modi da provinciale. La voce deriverebbe da bure, cioè il manico dell’aratro usato nella Romagna per svariati secoli. Questa regione era sottoposta allo Stato Pontificio e, quindi, il termine può essere visto come sinonimo di provinciale.
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