La donna “nuova” fa tremare il Pd e la corsa per le regionali s’infuoca
28 Febbraio 2023 - 07:00
Da un lato si fa più vicina l’intesa con il Movimento Cinque Stelle; dall’altro, il Partito democratico perde i pezzi. Il terremoto suscitato dalla vittoria di Elly Schlein mostra le prime - ed evidenti - crepe nei muri di casa dem. Il voto popolare ha ribaltato il risultato dei circoli degli iscritti, lasciando sgomenti i vertici di partito e i sindaci - tra cui il nostro - che si sono schierati fin dal principio al fianco del governatore dell’Emilia Romagna, convinti di avere la vittoria in tasca. La dicotomia tra ciò che doveva essere e ciò che poi è stato non passerà inosservata e c’è già chi fa i bagagli e se ne va. È il caso di Beppe Fioroni, storico dirigente della Margherita ed esponente dell’area cattodem del Pd. «Sono sempre stato uno con le valigie in mano» spiega ai microfoni dell’Adnkronos. «E stavolta prendo atto che è arrivato il momento di andare». Con la vittoria di Schlein «nasce un nuovo soggetto politico che non è più il Pd che avevamo fondato e prendo atto della marginalizzazione dell’esperienza popolare e cattolico democratica». Non nasconde una certa preoccupazione anche Monica Canalis, ex vice segretaria regionale del Pd piemontese. «È indiscutibile che fatti inediti, come un l’esito delle primarie che ribalta quello degli iscritti e la vittoria di una cultura politica - quella radical libertaria - che non è tra le culture fondative del Pd - aprano una fase delicata» evidenzia. Poi l’augurio alla nuova segretaria affinché «conservi il pluralismo delle culture politiche che animano il Pd, osservando che i mondi che si sono recati alle primarie questa volta, in molti territori, non sono gli stessi che si recarono a votare per Prodi, Veltroni o Renzi» conclude Canalis, lasciando trapelare una certa diffidenza. Le correnti dem si agitano anche in vista delle prossime elezioni regionali, in programma per il 2024 e per cui si prevedono nuove primarie di coalizione per il centrosinistra. «Non abbiamo ancora un candidato ufficiale» premette l’onorevole Mauro Laus, ma non si nasconde dietro un dito. «Sì, tra i nomi papabili c’è anche quello di Daniele Valle» risponde. Valle è stato tra i principali promotori della mozione Bonaccini in Piemonte e oggi sembra destinato a pagare lo scotto della sconfitta del presidente emiliano. «Il risultato è sorprendente - commenta il consigliere regionale -. Non rispecchia quello degli iscritti. Questa è una grande opportunità e sfida: può diventare l’occasione di tornare ad allargare la base del nostro partito». In ogni caso, anche se avesse vinto Bonaccini, «Valle avrebbe dovuto fare le primarie per poter correre contro Cirio» ricorda Laus e aggiunge: «Io oggi sono contento e penso che dovrebbe esserlo anche Valle. È arrivato nuovo ossigeno all’interno del partito. Dopotutto, un candidato autorevole non appartiene a nessuno. L’aumento della platea è sempre un fatto positivo». Sicuramente lo è per Chiara Gribaudo, l’onorevole sostenitrice della mozione Schlein che inizia ad assaporare l’idea di correre contro Cirio per il posto di presidente della Regione Piemonte. «È il momento di costruire un partito progressista, femminista, ambientalista, che difende i diritti sociali e civili, il lavoro e i giovani» commenta con soddisfazione la vittoria. Gribaudo entra anche a far parte della segretaria nazionale di Schlein, la cui vittoria porta 42 piemontesi a raggiungere l’Assemblea Nazionale. Tra questi, le assessore comunali Giovanna Pentenero e Chiara Foglietta, l’ex segretario regionale Paolo Furia.
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