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LA POLITICA

Elezioni, Torino dalla parte dei fuori sede: «Sia garantito il diritto al voto»

La discussione arriva in consiglio comunale. Associazioni sul piede di guerra

Fuori sede a Torino

La protesta dei fuori sede a Torino

Puntuale come ogni tornata elettorale, si torna a parlare del voto dei fuori sede. La discussione intorno al diritto di esprimere la propria preferenza per quei cittadini che - per motivi di studio, lavoro o altro - vivono lontano dal luogo di residenza è arrivata in Sala Rossa. Il consiglio comunale ha approvato - con 27 voti a favore - un ordine del giorno a sostegno di due proposte di legge presentate alla Camera e al Senato. A proporre l'atto, sottoscritto da tutta la maggioranza di Palazzo Civico, è la consigliera Pd e vicepresidente della Sala Rossa, Ludovica Cioria, che parla di un «tema di democrazia e partecipazione politica».

 


Il dititto al voto dei fuori sede
«Un diritto è tale se garantito a tutte e tutti»
tuona l'associazione "Giovani attivisti M5s Torino". «Purtroppo l’esercizio del voto ad oggi non viene garantito a cinque milioni di persone - proseguono -. Dovremmo discutere nel 2023 di voto digitale e invece ci ritroviamo a lottare per ottenere spazi fisici dove poter esercitare il voto anticipato presieduto. Approvare una legge in tal senso ci farebbe semplicemente fare un passo in avanti verso la civiltà». Sulla stessa linea Andrea Pennacchio, di Giovani democratici Torino. «Contrapponendo giovani studenti e anziani non ne usciamo - attacca -. Bisogna garantire il voto democratico per tutti e non solo per chi può permettersi il prezzo del biglietto aereo». 

L’articolo 48 della Costituzione «sancisce che il voto è libero e uguale per tutte e tutti», ricorda Carolina Paparozzi, di Unione giovani di sinistra (sezione giovanile di Sinistra Italiana). «Peccato che in realtà non sia così per tanti e tante giovani studenti e lavoratori giovani - precisa -. Poter votare i nostri rappresentanti istituzionali è il primo passo per poter avere voce sul nostro futuro». Si domanda se «esistano quindi cittadini di serie A e di serie B?» Sara Marovelli, di Rete universitaria nazionale Unito. «Vogliamo che i giovani siano veramente il futuro di questo Paese? - chiede -. Allora bisogna passare dalle parole ai fatti. Diamo possibilità di scelta, di scegliere attraverso il voto linee politiche che incidano sul costo della vita degli studenti tra l'altro. Noi come associazione continueremo a tuonare fino all'ultimo, finché non ci sarà una soluzione».

La questione appare non più trascurabile anche per i rappresentanti del consiglio nazionale degli studenti universitari. «Come capogruppo di Primavera degli Studenti al Cnsu siamo molto grati ai parlamentari e alle parlamentari che stanno seguendo da vicino il tema e ai consiglieri e alle consigliere del Comune di Torino che presentano, Ludovica Cioria in primis, questo ordine del giorno» premette Gioele Giachino. «Da rappresentante degli studenti - prosegue - ritengo la garanzia del diritto di voto ai fuorisede una priorità politica da cui non possiamo più esimerci, soprattutto ora che la tecnologia permette nuove forme e modalità. Ci auguriamo che la probabile legge delega al governo su questa materia non diventi un pretesto per annacquare per l'ennesima volta questo discorso, e ci batteremo in ogni sede per portare la voce degli studenti e delle studentesse».

L'impegno del Comune di Torino
Presentando l’atto alla stampa, la consigliera Cioria ha poi sottolineato come oggi «si consenta il voto alle persone all'estero e non a chi è fuori dalla sua regione o comune di residenza».  Allo stesso modo, il capogruppo dei Moderati in consiglio comunale Simone Fissolo sottolinea come il tema sia «urgente, soprattutto a fronte dell’astensionismo che riscontriamo ai seggi». E ancora: «Agevolare il voto per i fuorisede significa anche dare il messaggio più bello e pregno che uno Stato può propagare: il rispetto per l’articolo 48 della nostra Costituzione» sottolinea Fissolo. Ha sottoscritto l’atto in votazione la capogruppo di Sinistra Ecologista Sara Diena, che invita a «non focalizzarsi solo sulla popolazione universitaria. Parliamo anche di lavoratori e famiglie che non possono votare nel luogo di residenza» sottolinea. Supportano l'iniziativa del consiglio sia la capogruppo dem Nadia Conticelli che il capogruppo dei Cinque Stelle Andrea Russi. Favorevole anche Torino Bellissima, al fine di «avvicinare i giovani alla politica». 

Il voto anticipato
Firmatario della Proposta di legge alla Camera il deputato Dem Andrea Giorgis. «Siamo in fase di emendamenti - spiega - e Governo e maggioranza ne hanno presentati alcuni che rischiano di stravolgere e svuotare la proposta, trasformandola in una sorta di delega in bianco al Governo. Quindi è importante se in tutti i territori, con atti come questo di Torino, ci sarà un movimento che sosterrà l'urgenza di introdurre disposizioni per dare la possibilità di voto a chi si trova fuori sede, con la modalità del voto presidiato anticipato, già sperimentato in altri Paesi. È una scelta - conclude Giorgis - nell'interesse della democrazia, non di una parte politica o dell'altra».

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