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Economia e politica
25 Febbraio 2025 - 13:16
Vladimir Putin, Volodymyr Zelensky e Donald Trump (Fonte Instagram)
Le terre rare sono un gruppo di 17 elementi fondamentali per l’industria tecnologica e militare, con un mercato che oggi vale circa 11 miliardi di dollari e che potrebbe raggiungere i 21,7 miliardi entro il 2031 grazie a una crescita annua del 7,4%. Il loro utilizzo spazia dagli smartphone alle auto elettriche, dai missili ai dispositivi medici, rendendole una risorsa strategica per le economie globali.
La Cina domina il settore con una produzione annua di 240mila tonnellate, pari al 70% del totale mondiale. Non solo estrae, ma raffina e controlla la filiera globale, influenzando l’accesso a queste materie prime. Gli Stati Uniti, pur essendo il secondo produttore mondiale con 43mila tonnellate annue, dipendono ancora per il 95% dalle importazioni, rendendo urgente una diversificazione delle fonti.
L’Ucraina possiede alcune delle più ricche riserve di terre rare, stimate in 2,6 miliardi di tonnellate, molte delle quali situate nel Donbass, una regione oggi parzialmente sotto il controllo russo. La guerra ha reso ancora più evidente il valore strategico di questi giacimenti: il 33% delle risorse minerarie ucraine, tra cui litio, nichel e terre rare, è ora gestito da Mosca, rafforzando ulteriormente la sua posizione nel mercato globale.
Mosca e Washington stanno valutando una possibile cooperazione sullo sfruttamento delle terre rare. Il Cremlino ha aperto alla possibilità di investimenti americani nei territori ucraini occupati, mentre gli Stati Uniti cercano alternative alla dipendenza cinese. Anche il Canada e la Groenlandia emergono come potenziali nuovi fornitori, con riserve rispettivamente di 14 milioni e 3,6 milioni di tonnellate, che potrebbero contribuire a riequilibrare il mercato.
L’Europa e gli Stati Uniti stanno investendo nel riciclo delle terre rare, un’opzione che potrebbe ridurre la necessità di nuove miniere e abbassare l’impatto ambientale. In Italia è stato inaugurato un impianto di riciclo nel Lazio, un passo significativo verso una maggiore autonomia strategica. Il controllo di queste risorse non è solo una questione economica, ma geopolitica: chi domina il mercato delle terre rare controlla il motore della tecnologia moderna. La corsa per accaparrarsele è appena iniziata.
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