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Via il segreto di Stato sulla P2 di Licio Gelli e per la milizia Gladio

General view of Bologna Central station
Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha firmato una direttiva che dispone la declassificazione del segreto di Stato degli atti sulla Loggia P2 e sull’organizzazione Gladio. Lo ha deciso lunedì, quarantunesimo anniversario della strage terroristica più terribile che abbia colpito l’Italia, quella del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna, le cui vicende, tra le altre cose, sono strettamente intrecciate con le trame messe in atto dalla loggia massonica P2 e con la storia dell’organizzazione Gladio. La decisione presa da Draghi è importante, anche in considerazione della rilevanza nella storia italiana recente delle due organizzazioni coinvolte. Nonostante questo, le speranze che possa portare a rivelazioni di peso sono limitate: finora le svolte principali in casi come quello della strage di Bologna sono avvenute nel corso delle indagini e dei processi, e non grazie alle desecretazioni. Parte del problema sta nel modo in cui le desecretazioni sono fatte, in maniera a volte confusa, spesso parziale e sempre sotto la supervisione dei servizi segreti. Secondo la nota ufficiale, «il presidente del Consiglio ha ritenuto doveroso dare ulteriore impulso alle attività di desecretazione. L’iniziativa adottata potrà rivelarsi utile ai fini della ricostruzione di vicende drammatiche che hanno caratterizzato la recente storia del nostro Paese». In pratica il presidente del Consiglio ha chiesto al Dis, il Dipartimento per le informazioni e la sicurezza, di recuperare attraverso le agenzie di intelligence tutta la documentazione finora secretata su un determinato tema e di «versarla» -- questo il termine tecnico che viene utilizzato - nell’Archivio centrale dello Stato. Non sarà un’operazione immediata, servirà qualche mese.
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