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05 Giugno 2021 - 08:55
Procura di Ivrea 1 - Torteria di Chivasso 0. Finisce con la vittoria del procuratore capo Giuseppe Ferrando il primo match nel confronto sulla riapertura del locale “La Torteria” di Rosanna Spatari di Chivasso. Il collegio dei giudici del Tribunale del riesame di Torino ha rigettato il ricorso presentato dall’avvocato Alessandro Fusillo del Foro di Roma, legale di Rosanna Spatari, per la riapertura dopo il provvedimento di chiusura emesso all’inizio di maggio dalla Procura eporediese.
“La Torteria” è il locale diventato il simbolo dei negazionisti che protestano contro le restrizioni per l’emergenza sanitaria e le regole sulla chiusura dei locali per il Covid 19. La sentenza pronunciata dalla presidente del collegio Rossella Lagatta è stata notificata ieri mattina a distanza di tre giorni dall’udienza di martedì scorso. Le motivazioni del rigetto, però, non sono ancora state rese note, lo saranno tra alcuni giorni.
«Il tribunale del riesame di Torino ha respinto l’impugnazione del sequestro della Torteria di Chivasso - spiega l’avvocato Fusillo - Per ora abbiamo solo il dispositivo, cioè non conosciamo i motivi della decisione che dovranno essere depositati entro 15 giorni. A quel punto potremo rivolgerci alla Cassazione. Rosanna andrà avanti, anche in sede europea dove chiederemo cosa ne pensa la Corte di Giustizia UE del fatto che i giudici italiani non applichino la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. Un capitolo triste della nostra storia in cui l’autoritarismo risorge sotto le mentite spoglie della presunta tutela della salute che invece è stata negata ai cittadini italiani ancora governati da persone che propugnano “Tachipirina e vigile attesa” o i vaccini sperimentali come soluzione a tutti i problemi. Frattanto l’illegalità dilaga nel silenzio della gran parte della magistratura. Il provvedimento di Torino nasce illegale e illegittimo prima ancora di essere depositato e sconcerta la mancanza di rispetto dei giudici per chi come Rosanna non ha fatto altro che esercitare il suo sacrosanto diritto di lavorare. Non ci arrenderemo e continueremo a combattere per la libertà e la giustizia. La battaglia di Rosanna è quella di tutte le persone oneste e non sarà un provvedimento illegittimo a fermarci».
Quindi a dispetto delle curiose teorie giuridiche dei negazionisti che ipotizzavano una riapertura in 3 giorni e nonostante gli aperitivi disubbidienti e gli sparuti supporter giunti davanti al Palazzo di Giustizia a suo sostegno martedì scorso, il locale rimane chiuso. Una vera beffa, visto che ormai bar e ristoranti hanno tutti riaperto e il prossimo passaggio in zona bianca del Piemonte dovrebbero rimuovere anche le ultime limitazioni. A restare chiusa è solo chi aveva provato a tenere aperto quando non si poteva.
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