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«La mia amante non la lascio»: la moglie lo chiude sul balcone

nichelino maltratt

Una moglie a Torino, un’altra compagna in Egitto. Un conto in banca quasi prosciugato, per finanziare l’amante. Una consorte ufficiale in Italia, di nazionalità marocchina, spesso maltrattata e picchiata. Fiumi di bonifici per mantenere l’amata (e la sua famiglia) in Nord Africa. Due sere fa, Aisha (nome di fantasia), non ce l’ha più fatta. Dopo l’ennesima lite col marito, E.S, egiziano di 65 anni, ha deciso di reagire: dopo essere stata aggredita, e insultata, l’ha chiuso fuori, sul balcone, e ha chiamato i soccorsi. I carabinieri di Nichelino, poco prima della mezzanotte del 22 giugno, hanno arrestato l’uomo per maltrattamenti.

La donna, insieme alla figlia maggiorenne, e supportata anche dal figlio, ha scelto, dopo anni di angherie, di sporgere denuncia: un atto che finirà, insieme al verbale dei militari, sulla scrivania della pm Giulia Rizzo, titolare dell’inchiesta.

Aisha per anni ha subito la mortificazione di essere una delle due donne del marito, che per mantenere l’amante in Egitto, col passare del tempo, aveva sperperato tutte le risorse finanziarie. Non solo. Oltre a sopportare il fatto di avere un marito che continuava a coltivare una relazione extra coniugale con un’altra donna, la vittima ha subito anche, negli anni, maltrattamenti. Sia fisici, perché lui l’avrebbe picchiata più volte, sia verbali e psicologici. Quando i carabinieri, due sere fa, sono arrivati a casa della coppia, che viveva con i figli, l’aggressore è stato trovato con un martello in mano. Dopo averlo afferrato da un armadio, stava cercando di spaccare il vetro della porta del balcone per buttarla giù e rientrare in casa, dopo che la moglie era riuscita a salvarsi dalla sua furia buttandolo fuori. L’uomo non è riuscito nel suo intento ed è stato portato in carcere. Difeso dall’avvocata Laura Furno, nelle prossime ore si presenterà all’interrogatorio di garanzia.

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