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«Siamo salvi, grazie». A Settimo 17 famiglie con i loro 42 bambini

Profughi
Una donna saluta dal finestrino del bus, un bimbo dietro di lei alza il pollice in segno di vittoria. E le prime parole: «Ora ci sentiamo davvero in salvo. Grazie Italia, grazie a tutti». È cominciata così, alle 3.30 di venerdì notte, la seconda vita dei 94 profughi afgani arrivati a Settimo Torinese dopo essere fuggiti dal caos di una Kabul in preda ai talebani. Per dieci giorni, il tempo della quarantena sanitaria, saranno ospiti del centro Fenoglio gestito dalla Croce Rossa, poi saranno distribuiti tra i vari Comuni, piemontesi e non solo, che si sono fatti avanti per offrire loro ospitalità.

Ad accoglierli, oltre ai flash dei fotografi, hanno trovato anche un piatto di riso alle spezie, preparato secondo le loro tradizioni: «Il nostro cuoco ci teneva a farli sentire il più possibile a loro agio e così si è documentato per preparare un loro piatto tipico» spiega Marsha Cuccuvè, responsabile del centro di sorveglianza sanitaria per la Croce Rossa. Da Kabul sono arrivate 17 famiglie: 94 persone in tutto, il più vecchio ha solo 60 anni, segno che nella fuga dall’inferno di Kabul e del suo aeroporto probabilmente in molti hanno dovuto abbandonare gli anziani. Ci sono 42 bambini, alcuni anche di pochi mesi, e come sempre, sono stati i primi ad adattarsi alla nuova situazione: «Appena si sono svegliati - sorride Cuccuvè - hanno cominciato a rincorrersi e a giocare tra di loro».

Per gli adulti la situazione è più dura: le loro speranze e i loro progetti per il futuro sono svaniti da un giorno all’altro, si sono lasciati le loro case, i loro lavori e la loro vita alle spalle, hanno dovuto abbandonare parenti e amici con il terrore per la loro sorte e sono saltati su un aereo diretto verso un Paese lontano e sconosciuto con le poche cose che potevano portare in mano: «Praticamente non avevano nulla ma per ora ci hanno chiesto solo dei vestiti e dei generi di prima necessità». Ora per loro comincia il momento più difficile. Ieri mattina i volontari hanno cominciato ad affrontare le questioni burocratiche: «I capifamiglia parlano quasi tutti italiano - continua la Cuccuvè - e come prima cosa abbiamo cercato di spiegare loro l’iter per ottenere l’asilo politico. Non abbiamo ancora voluto chiedere cosa hanno visto, da dove arrivano e chi si sono lasciati alle spalle. Lo faremo nei prossimi giorni, con calma e con l’aiuto di mediatori, psicologi e del personale specializzato della Croce Rossa, dopo aver iniziato a costruire un rapporto di fiducia».

Il centro Fenoglio ora è pieno. I 94 profughi sono stati sistemati, suddivisi per nucleo famigliare, nelle varie casette. Ma volontari e addetti sanno che questo potrebbe essere solo l’inizio, perché con il passare del tempo quello dall’Afghanistan rischia di diventare un vero e proprio esodo: «Non abbiamo ancora avuto comunicazioni in merito, ma sappiamo che dopo questo primo gruppo ne potrebbero arrivare altri. Noi siamo pronti, aiuteremo chiunque abbia bisogno». Non saranno soli. Ieri i telefoni del centro hanno squillato molte volte: «In tanti ci hanno chiesto se servivano vestiti o come aiutare». La prima risposta è arrivata dal Comune di Settimo, che ha pubblicato su Facebook un elenco dei beni utili: ci sono pannolini, tutine, latte in polvere e tanto altro. «Chi vuole, potrà portare il materiale all’Ecomuseo in via Ariosto 36 bis, nelle giornate di lunedì 23 e martedì 24 agosto dalle 9.30 alle 13 e dalle 14 alle 17».
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