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10 Settembre 2021 - 08:19
Abitare in sei in 43 metri quadri, cantina compresa. Eppure Umberto, la moglie Zenovia e i loro quattro figli ci stanno lo stesso, in quel micro-alloggio popolare camera e cucina di via Gallina. «Vivere è un parolone, questa non è vita», dice Umberto, 50 anni, che fino all’anno scorso aveva un banco di frutta e verdura in via Porpora. La famiglia, da anni chiede il cambio alloggio. E finora non l’ha ottenuto. “Colpa”, se così si può dire, della burocrazia un po’ lenta, perché l’ultimo bando è del 2015. Sei anni fa. E Atc sta ancora scorrendo quelle graduatorie.
Così le richieste si accumulano, e tra queste c’è anche quella della “grande famiglia” di via Gallina. I quattro figli sono due maschi di 5 e 4 anni, poi c’è una femmina che ha 2 anni e l’ultima arrivata che ha appena 2 mesi. Umberto allarga le braccia: «Abbiamo finito gli spazi, sistemiamo gli oggetti sul balcone». Lui dorme sul divano, la moglie nel letto con i due maschietti. Le due femminucce, in due culle. «Nel lockdown eravamo disperati - racconta Zenovia -. Tutti reclusi in casa. Infattibile». Disperati al punto da occupare un alloggio alla Falchera e autodenunciarsi. «Poi i vigili ci hanno detto di desistere e ce ne siamo andati». Cinque famiglie hanno già visto il loro appartamento. Ma saltava sempre tutto all’ultimo. «Quando era ora di decidersi - dice Umberto - gli altri si tiravano indietro». Ad interessarsi del loro caso è Asia Usb: «Questa famiglia ha diritto al cambio. Non si vive con 10 metri quadrati a persona», afferma Giusy Tubito. Tuttavia, l’80-90% degli alloggi che si liberano vanno a nuove assegnazioni, e la richiesta maggiore è proprio delle case più grandi. Poi ci sono i cambi in deroga, riservati ad esempio ai disabili gravi. E così si spiegano le attese infinite. «Ma negli ultimi mesi - spiega Atc - abbiamo ristrutturato molti alloggi, che a breve saranno in disponibilità anche per i cambi».
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