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Serrande abbassate in centro: il lockdown ha ucciso i negozi

chivasso chiusure
Nel centro di Chivasso i cartelli affittasi o vendesi hanno preso il posto di quelli che indicano saldi o proposte commerciali.

È sufficiente una passeggiata per via Torino, il salotto buono della Città, per vedere decine di negozi chiusi. Il fenomeno era iniziato prima della pandemia ma il lungo lockdown ha dato il colpo di grazia ad un settore da tempo in ginocchio. A farne le spese soprattutto i negozi di abbigliamento e storici bar. Nei migliori dei casi si è trattato solo di trasferimenti verso le vie laterali dove è possibile spuntare un affitto più basso ma nella maggior parte dei casi si tratta di chiusure definitive. Il trasloco più “illustre” è stato quello della Ovs che ha trovato posto nel nuovo e moderno centro commerciale di via Caluso. Una chiusura che ha colpito i più nostalgici visto che il locale era uno dei più longevi di Chivasso. Nato come Magazzino Gamma, divenne nel 1973 Standa, primo grande centro commerciale e meta delle “vasche” del sabato di centinaia di chivassesi. Poi dopo l’oblio del marchio milanese divenne Upim e infine Ovs. Ora gli infissi sono sprangati da pannelli in legno e si vocifera che a breve nascerà un grande sushi bar.

La crisi ha colpito molto i piccoli esercenti, per Giovanni Campanino, presidente della locale Ascom «le chiusure sono il risultato del protrarsi di una crisi dei consumi che è nata prima del covid e sta perdurando anche ora. A Chivasso assistiamo a un fenomeno oscillatorio; abbiamo momenti di grandi iniziative e successi commerciali come durante le recenti feste natalizie e poi momenti di stallo e di crisi». Andando oltre ai numeri e alle statistiche le chiusure sono evidenti e basta fare un giro non solo nel centro storico. «Le statistiche - prosegue il presidente dei commercianti - danno un saldo positivo fra attività chiuse e aperte ma i dati non son attendibili, occorrerebbe cambiare il modo di raccogliere queste informazioni, considerando che spesso risultano aperte ancora delle attività che sono chiuse da anni».

Importante anche l’impegno dell’amministrazione durante la pandemia, con contributi al commercio e ancora prima con l’apertura della “cabina di regia” che ha coinvolto tutte le associazioni di categoria. Il Comune ha recentemente ufficializzato la nascita del Distretto Urbano del Commercio che raccoglie anche associazioni dei commercianti e del volontariato allo scopo di promuovere iniziative che possano contrastare la desertificazione. Il progetto era già stato finanziato dalla Regione nell’ottobre scorso con la presentazione di un piano che oggi coinvolgerà il centro urbano in cui si concentra maggiormente il commercio tradizionale, i servizi e le funzioni più attrattive e le direttrici viarie lungo corso Galileo Ferraris e Via Torino.
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