l'editoriale
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03 Marzo 2022 - 08:32
Dai balconi dei palazzoni di via Lauro Rossi la vista sull’ex Gondrand è limpida. «Ma non è un bello spettacolo» racconta una residente. Dalle 7 del mattino e fino a tarda sera è tutto un via vai di gruppi di persone. Uomini ma anche donne. Giovani e non, italiani e stranieri. Invisibili, persone senza un nome. Spacciatori, clandestini, tossici. Per entrare è necessario scavalcare i robusti cancelli. O dal lato di via Cigna o proprio su via Rossi dove ragazzoni africani incappucciati fanno avanti e indietro per tutto il giorno. A un anno di distanza dal grande sgombero (con 60 persone identificate) la vecchia fabbrica di Barriera di Milano resta, con la vicina Carlin, il fortino dei disperati della periferia.
Nonostante la missione solidale della parrocchia Maria Speranza Nostra, che in pochi mesi ha ricollocato tante persone che si erano perse. Smarrite, finite in un vicolo buio. «Ma ormai questa zona a cavallo tra il Sempione e il passante è diventata off limits per le famiglie» interviene a gamba tesa il capogruppo di Fdi della 6, Verangela Marino. Tra i locali vuoti e i capannoni dormono ancora decine di persone. Basta affacciarsi oltre la balconata per vederle. Qui telecamere e giornalisti non sono di gradimento. Ma nessuno di loro, per ora, ha paura di essere cacciato. E chi vive in zona non è molto contento. Tra incendi e atti vandalici, è diventato difficile anche chiudere occhio la notte. Mentre le forze dell’ordine fanno il possibile per stanare gli spacciatori e la droga, che viene nascosta persino nella vicina area cani del Sempione. E a proposito del parco: anche qui la musica non sembra delle migliori dopo l’incendio doloso di una baracca. «Una situazione sfuggita di mano - secondo il presidente della Circoscrizione 6, Valerio Lomanto, autore di un sopralluogo -. Ci chiediamo che fine abbia fatto il progetto di riqualificazione dell’area. Oggi più che mai, con i cantieri del passante e quelli di metro 2 alle porte, ci servono certezze».
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