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Fecero esplodere il loro maneggio, ora chiedono perdono alle vittime

strage quargnento
Si dicono pentiti gli imputati della strage di Quargnento (Alessandria), la coppia di coniugi condannata a 30 anni di carcere per aver fatto esplodere nel 2019 la loro cascina provocando la morte di tre vigili del fuoco e il ferimento di altri tre soccorritoriAll’udienza del processo d’appello, che ha preso il via ieri a Torino, Giovanni Vincenti e Antonella Patrucco sono intervenuti telefonicamente chiedendo perdono per quanto accaduto. «Ho il pentimento nel cuore che non credo potrà mai andare via», ha detto l’uomo, mentre la moglie ha aggiunto: «Sono vicina col cuore alle famiglie dei ragazzi morti, la loro vita e la mia sono distrutte». Parole che hanno destato la reazione dei parenti delle vittime in aula. «Se il loro pentimento è sincero non lo devono chiedere a noi ma a Dio», ha commentato Maria Stella Ielo, la mamma di Nino Candido, uno dei tre vigili del fuoco morti. «All’inizio faceva male la loro freddezza, il distacco, ascoltare oggi le loro parole è stata una forte emozione. Ora attendiamo con fiducia giustizia». Intanto gli avvocati difensori lavorano per tentare di rendere più miti le condanne inflitte in primo grado con l’accusa di omicidio volontario plurimo con dolo eventuale. «Abbiamo proposto un concordato per riunire tutti i processi che li vedono coinvolti. Oltre a quello del primo grado per la truffa assicurativa in cui erano stati inflitti 4 anni e quello dei 30 anni per l’esplosione, deve essere celebrato ancora un processo ad Alessandria per un’altra contestazione sempre per truffa alle assicurazioni. Quindi abbiamo chiesto di riunirli tutti con una pena unica di 27 anni, rinunciando a fare ricorso in Cassazione», ha spiegato l’avvocato Fulvio Violo che è da poco stato nominato come legale di Vincenti. Il processo è stato rinviato all’8 giugno, quando la Corte d’Assise d’appello deciderà se la pena proposta sia adeguata.
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