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Poco cibo e una doccia al mese: un incubo nella casa di riposo

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Gli anziani venivano lavati una volta al mese. Non gli cambiavano mutande e calze. E il cibo scarseggiava: «A cena davano carne in scatola e basta, tanto che qualcuno andava di notte a cercare altro nella dispensa», riporta Mauro Listello nella denuncia consegnata alla Procura di Torino.

Sotto accusa c’è la casa di riposo gestita dall’associazione Dimensione Essere in via Cambiano 39 a Pecetto. Ci vivevano 15 anziani tra cui Angelo Listello, il padre 96enne di Mauro. Fino al 2 marzo, quando i sostituti procuratori Giulia Rizzo e Paolo Toso hanno chiesto il sequestro dell’immobile.

Il gip di Torino lo ha accolto e la residenza è stata sgomberataGuardia di finanza, polizia giudiziaria della Procura e carabinieri del Nas ipotizzano che la casa di riposo fosse del tutto abusiva: sarebbe una “struttura fantasma” non registrata all’Asl e quindi non sottoposta ad alcun tipo di controllo. Il personale interno sarebbe stato tutto in nero: infermieri, oss, cuochi e personale amministrativo. S’ipotizza anche il reato di circonvenzione di incapace, emerso dal testamento scritto da un anziano ospite. Sarebbe stato raggirato e costretto a donare i suoi averi a sconosciuti o quasi.

Ora si aggiunge l’ipotesi di maltrattamenti agli ospiti: «Mio padre e un altro anziano, Giorgio Gastaldi, sono finiti alla Residenza Casa Serena di Torino - premette Mauro Listello - La responsabile della nuova struttura mi ha detto che, quando sono arrivati, erano in condizioni igieniche precarie: gli indumenti intimi erano evidentemente sporchi e indossati da giorni». I due anziani non avevano mai raccontato problemi del genere ai figli: «Adesso mi hanno detto che, negli ultimi due anni, facevano la doccia non più di una volta al mese».

Prosegue Listello: «L’alimentazione non era adeguata, visto che la cena si limitava a una semplice porzione di carne in scatola. Infatti capitava che gli ospiti scendessero di notte per cercare altro da mangiare: andavano nella cantina, dove tenevano le provviste. Mi risulta anche che gli operatori non consegnassero il cibo che noi portavamo ai nostri genitori».

Per tutti questi motivi, il chierese si è affidato all’avvocato Giovanni Giaretti e ha presentato denuncia per il reato di maltrattamenti aggravati perché commessi ai danni di persone anziane.

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