Una gigantesca baraccopoli nascosta tra le frasche sulle sponde del Sangone. Basta addentrarsi un po’ tra le ortiche per raggiungere gli orti urbani abusivi che costellano il fiume. Passando di fianco al mausoleo della Bela Rosin e imboccando lo stretto sentiero sterrato sulla destra, di fianco alle rovine del castello di Mirafiori, ci si imbatte in una lunga recinzione, realizzata coi tubi dell'impalcatura da cantiere, che costeggia il fiume, protetta addirittura da aghi di metallo.
All’interno spuntano decine e decine di baracche coperte da lamiere grecate arrugginite e reti verdi tese per camuffare gli orti e i gradoni scavati nel terreno scosceso. Ma in certi casi nascondono anche veri e proprie casette di mattoni costruite senza rispettare alcuna norma di legge. L’insediamento abusivo costituisce oltre che un pugno in un occhio a livello paesaggistico anche un pericolo per la tenuta delle sponde del fiume. Almeno secondo il comitato Borgata Mirafiori che da tempo monitora la zona.
«La sponda dove ci sono gli orti abusivi è molto critica perché non è consolidata» spiega Dionigi Arato del comitato di quartiere. «E’ un’area molto verticale e franosa - sottolinea -, e bisognerebbe prevedere una strada per consentire l’accesso ai mezzi di soccorso». Un progetto per riqualificare le sponde esiste ma al momento è ancora nel cassetto del l’amministrazione. «Si tratta del progetto De Magistris che prevede la riqualificazione della sponda che va da i ruderi del castello di Mirafiori fino a corso Unione Sovietica - spiega Arato -, siao in attesa che venga attuato. L’ultima ricognizione - ricorda il cittadino -, è già stata fatta e si confidiamo nell'avvio del provvedimento entro l’autunno».
Nel frattempo il comitato Borgata Mirafiori si sta prendendo cura dell’area libera dalle baracche abusive. «Ripuliamo spesso i prati dai rifiuti - spiegano i cittadini -, in particolare abbiamo estirpato le erbacce dai ruderi del castello di Mirafiori e fatto mettere una targa affinché i frequentatori del parco sappiano che quelle rovine appartengono alla storica dimora sabauda». Il castello attualmente è cinto da una rete arancione e, come testimoniano i cartelli, è a rischio crollo.
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