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11 Settembre 2022 - 06:48
Com’è morto Adrian Pantiru? È questa la domanda che sta alla base del giallo che da ieri mattina avvolge le colline di San Mauro. Il suo corpo è stato ritrovato, alle 5.30, da una pattuglia dei carabinieri in servizio. Era tra le foglie in una sorta di scarpata a bordo carreggiata, con una vistosa ferita alla testa. L’allarme è scattato immediatamente e di lì a poco via Croce, quella strada stretta fatta di tornanti, si è illuminata a giorno con i lampeggianti blu.
Un vero mistero quello della morte dell’uomo, classe 1981, nato a Bacau (Romania) e residente a None, operaio edile di professione. Gli accertamenti sulla sua identità sono stati tempestivi, mentre i vigili del fuoco di Torino Stura coadiuvavano i militari nel recupero della salma. Identificarlo è stato semplice, aveva addosso uno zainetto con i suoi effetti personali e i documenti. Meno semplice spiegare le circostanze della sua morte e il perché il suo corpo fosse lì, a pochi metri dall’asfalto ma nascosto dalle foglie e dagli alberi che si stagliano fitti nella boscaglia. I carabinieri della compagnia di Chivasso, coordinati dal capitano Urbano Marrese, hanno approfondito gli accertamenti anche identificando gli automobilisti in transito.
Ed è proprio così che sono riusciti a “intercettare” due operai edili impegnati che stavano andando a lavorare in un cantiere qualche curva più in su. È bastato poco per scoprire che si trattava di due suoi colleghi. Sono stati loro ad accompagnare i militari al civico 135 bis di via Croce, all’interno della proprietà che ospita il cantiere edile per un sopralluogo di rito, e quindi ad ascoltati in caserma. Hanno raccontato di quell’ultimo incontro, lo scorso mercoledì 7. L’hanno visto arrivare al lavoro ma in stato confusionale: un’alterazione psicofisica. «Barcollava» avrebbero detto riferendo di una scarsa coordinazione dell’uomo che poi si è allontanato dopo appena un paio d’ore. Poi il buio, irreperibile: da quel momento più nessuno ha avuto modo di vederlo. Tanto che la sua convivente, preoccupata, venerdì ne ha denunciato la scomparsa.
E la ferita alla testa? Altro dilemma. Secondo un primo esame del corpo effettuato dal medico legale sarebbe compatibile con una caduta che potrebbe essere seguita a un malore accusato improvvisamente mentre camminava a bordo strada. Non ci sono, al momento, elementi tali da far pensare a una ricostruzione diversa. Nel suo zaino c’erano ancora il pasto da consumare sul lavoro e una bottiglia di vino. Compatibile con una morte risalente a mercoledì, ancora, sarebbe lo stato in cui è stato ritrovato il corpo. Ma i nodi da sciogliere in questo giallo sono ancora molti e gli inquirenti - coordinati dal Pubblico ministero Daniele Piergianni della Procura di Ivrea - vogliono andare a fondo, tanto da aver disposto l’autopsia. Al momento l’unico fascicolo aperto è quello relativo alla morte dell’uomo, ma non si esclude la formulazione di un’ipotesi di reato per permettere di effettuare ulteriori accertamenti.
s.v.
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