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15 Ottobre 2022 - 08:38
Un’inchiesta svolta a ritmo record (alla faccia della “giustizia lumaca”), in poco meno di un mese, per portare alla luce i presunti responsabili della baruffa virtuale che si era scatenata su Facebook, nei mesi scorsi, intorno alla questione della gestione del centro sportivo di Candiolo.
Il pm Alessandro Aghemo ha iscritto sul registro degli indagati 13 persone, tra cui anche un consigliere comunale, per diffamazione aggravata «dall’essere l’offesa recata a un corpo politico».
Nei 12 capi di imputazione viene riassunta la “guerriglia” social nata sulla pagina Facebook «Sei di Candiolo senza se e senza ma», dopo che il centro sportivo polivalente “Candiolo village” era stato affidato alla Polisportiva Garino, anziché (come avrebbero voluto gli indagati) alla Asd Candiolo.
«Garino Village, così si chiamerà il centro sportivo di Candiolo. Si sono venduti per 1500 euro a gente che viene da fuori Candiolo», «E’ stata una truffa preordinata vergogna», alcune delle frasi che sono costate, a chi le scrisse, l’iscrizione sul registro degli indagati. Ma ci sono anche insulti pesanti e minacce più gravi. Secondo la procura, i 13 indagati avrebbero «offeso la reputazione del sindaco Stefano Boccardo, del vicesindaco, del presidente del consiglio comunale» e di vari assessori e consiglieri.
Il reato è stato commesso fino al 31 agosto. Tra gli indagati, c’è anche chi minacciava di «divulgare la notizia in tutta Italia», dopo avere postato un articolo comparso su un sito palermitano, scrivendo: «Anche in Sicilia da oggi conoscono il Comune di Candiolo».
Gli avvocati difensori che si preparano agli interrogatori sono Michele Galasso, Tiziano Lucchese, Gianluca Giustetto, Gilberto Comotto.
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