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09 Novembre 2022 - 08:11
Qualcuno l’ha già ribattezzata la battaglia del freddo e da un lato vede schierati gli inquilini che hanno regolarmente pagato le bollette, dall’altro i morosi. Circa il 70% degli inquilini di quattro palazzine popolari al civico 21 di via Cacciatori, a Nichelino, che non hanno saldato i conti. Così circa 100 persone rischiano di passare l’inverno a caldaie spente. Una situazione paradossale, assurta ieri agli onori delle cronache nazionale grazie all’intervento delle telecamere di Mattino Cinque.
Sono stati proprio i residenti “regolari”, infatti, a non approvare il consuntivo delle spese di riscaldamento 2021/22 perché non ritenevano giusto versare quote in più per coprire i debiti di chi non pagava. E i fornitori hanno chiuso i rubinetti. «Fino all’anno scorso accettavano pagamenti con ritardi fino a un anno - spiega l’amministratore Massimo D’Ambrosio -. Quest’anno, con i prezzi schizzati alle stelle, hanno staccato e non intendono accendere finché non saldiamo». «Si parla di un debito di circa 400mila euro - dice Gianni De Stefano, del Comitato di lotta contro il caro energia -. Non vogliamo fare una guerra tra chi è moroso e chi non lo è. Tra questi ci sono famiglie senza lavoro, con anziani e bambini a carico. Chiediamo l’intervento della Regione affinché eroghi fondi all’Atc per saldare parte del debito».
In una delle palazzine vivono i genitori di Laura Santospirito, presidente del Comitato di quartiere: «Nessuno deve stare al freddo - puntualizza -, ma bisogna capire come si è arrivati a una tale morosità e perché non vengono sigillati solo i termosifoni di chi non ha saldato. Non bisogna punire chi è in reale difficoltà, ma coloro che potrebbero pagare e non lo fanno. Se la situazione non si risolverà manifesteremo sotto la sede dell’Atc».
Del problema si sta occupando anche il sindaco Giampero Tolardo: «Oggi (ieri, ndr) c’è stato un incontro in Regione e giovedì ce ne sarà uno con Atc, fornitori e amministratori degli stabili: credo ci siano i margini per risolvere la situazione. Poi affronteremo la criticità delle 6 ore di accensione giornaliere». Intanto Atc ha confermato la sua disponibilità a saldare la quota di spettanza nei confronti dei fornitori: «Tuttavia - spiegano - ciò sarà possibile soltanto a consuntivo approvato. Siamo anche disponibili a verificare migliori condizioni di somministrazione, ma serve regolarizzare gli adempimenti mancanti».
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