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Jan, il clochard “bibliotecario” alla fermata dismessa del tram

jan senzatetto libri

Gli arredi li ha recuperati frugando in mezzo ai bidoni. Qualche libro già ce l’aveva, gli altri glieli portano i residenti di Madonna del Pilone che lo hanno “adottato”. A riqualificare la fermata capolinea di piazza Hermada, in pre-collina, ci ha pensato Jan Karolczak. Quarantadue anni, polacco di Breslavia, vive a Torino da un anno e mezzo ed è diventato una sorta di “angelo protettore” contro il degrado. Nonché un bibliotecario. In piazza c’è tutti i giorni, compresa la domenica, Jan, che prima dormiva fuori dal chiosco-edicola di fronte al capolinea. «Qualcuno ogni tanto chiamava la municipale, i vigili arrivavano, ma mi hanno sempre lasciato stare», racconta mentre mostra la sua novità: la biblioteca condivisa, allestita in accordo con Torino Stratosferica che ha realizzato il progetto Precollinear Park per far diventare l’ex linea tranviaria un parco urbano lineare ed aprirlo alla comunità.

Dylan Dog, Tex Willer, i grandi classici, i romanzi, i gialli, libri per bambini e pure collezioni di dvd e testi per imparare l’inglese. C’è tutto al punto scambio libri di Jan. «Sono tutti libri che probabilmente finirebbero nella spazzatura. Non volevo che accadesse e così ho pensato di recuperarli», racconta il 42enne polacco. Che è anche un assiduo lettore, ora. «Ho iniziato a leggere tanto durante il lockdown». I libri si possono prendere in prestito, poi riportare. Proprio come in una vera biblioteca. Una fermata, quella di piazza Hermada, che il clochard ha trasformato anche nella “sua” casa. Piazzandoci una tenda, un cargo e ingegnandosi costruendo un fornello usando delle lattine di birra. E quando non pensa alla biblioteca, Jan si prende cura della fermata. Ad esempio pulendo il bagno abbandonato da quando non passa più il tram, oppure piantando erbe aromatiche. Oppure ancora, estirpando le erbacce che crescono dove ci sono i binari. E non è tutto perché il polacco è anche un aggiusta-tutto. «La gente qui mi porta i televisori, io ho fatto l’istituto tecnico e un po’ me la cavo a metterli a posto». Il sogno? Il passaporto. «Sto ancora aspettando i documenti, c’è tanta attesa. E spero prima o poi di trovare una casa vera, anche un monolocale».

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