l'editoriale
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29 Novembre 2022 - 08:17
Discariche a cielo aperto sui marciapiedi. Via Don Borso, via Peyron, via Vidua, via Aquila e via Vicenza, e l’elenco potrebbe continuare ancora. A lanciare l’allarme sono residenti e comitati di San Donato, dove da febbraio 2021 è attiva la raccolta differenziata con le eco-isole. Un anno e mezzo con più luci che ombre, al punto che gli abitanti ora chiedono al Comune di intervenire.
«Raccoglieremo le firme - afferma Laura Zoccali del comitato San Donato-Martinetto - perché la situazione è insostenibile. Per le strade ci sono i topi, che non vedevamo da 15 anni, facciamo slalom tra i sacchetti dell’immondizia gettati fuori dalle campane e quando fa caldo c’è una puzza intollerabile».
Un grido d’allarme raccolto dalla Lega, prima a livello di Circoscrizione e poi in Comune. «San Donato ha 15mila abitanti - afferma Carlo Morando, consigliere leghista alla Quattro - e il numero delle ecoisole non è adeguato. Questo problema lo monitoriamo da diverso tempo, ora servono interventi». Ma non è solo il numero delle campane “smart” a essere limitato.
Nel mirino finiscono anche gli operatori ecologici che, a detta dei residenti, non passerebbero con frequenza a ritirare la spazzatura. E poi, le cosiddette “utenze fantasma”, abitanti negli alloggi senza residenza o domicilio o irregolari che, senza tessera, abbandonano i rifiuti per strada. Un problema, questo, che si è verificato anche a San Salvario.
«Chiediamo al Comune di intervenire. Il sindaco Lo Russo e l’assessora Foglietta, anziché parlare solo in consiglio, vadano a vedere lo scempio che è diventato San Donato», attaccano i consiglieri comunali Elena Maccanti e Giuseppe Catizone, che hanno portato il caso all’attenzione di Asl e Arpa. Al Comune viene chiesto di rimodulare i passaggi di Amiat: un primo passaggio per togliere i sacchi, il secondo per sollevare e svuotare l'ecoisola e il terzo per pulire.
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