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il pericolo

Granchio blu, formiche di fuoco e nutrie: le specie aliene che ci minacciano

Introdotte dall'uomo, stanno provocando una "epidemia silenziosa"

Il granchio blu è una delle specie invasive

Il granchio blu è una delle specie invasive

Le nutrie, la formica di fuoco, il granchio blu che ora si può comprare anche nei mercati di Torino. E poi il gambero della Louisiana e il calabrone killer. Tutte specie aliene, introdotte dall’uomo in zone dove da sole non sarebbero mai arrivate. Le Nazioni Unite ne hanno censite 37mila nel mondo, in Italia ce ne sono 3.500, di cui 489 invasive e non è un problema da poco: sì perché questi animali stanno causando un’epidemia silenziosa, con danni ingenti anche in Piemonte.

La nutria
E’ la specie più dannosa, se non altro perché è la più diffusa. Stiamo parlando della nutria, importata per la produzione delle pellicce. Peccato che gli esemplari, una volta fuggiti dagli allevamenti, distruggano raccolti e argini. Sono milioni oggi le nutrie, diffuse in 85 province italiane che hanno fatto piani di contenimento, ma quasi la metà - 37 province - non li applica. In passato specie protetta, dal 2014 la nutria è nella lista di quelle nocive e andrebbe abbattuta. Città Metropolitana ha approvato ad aprile 2022 un piano di contenimento, esteso fino al 2026. «In Piemonte la nutria è una piaga - spiega Coldiretti - specie nelle risaie dove distrugge gli argini e mangia il riso. Ma infesta anche i campi di grano». Particolarmente colpite le zone del Vercellese, ma anche la provincia di Torino, specie il Chivassese.

Il granchio blu
Complicato da vendere e da cucinare, i torinesi hanno “scoperto” il granchio blu quest’estate nei mercati come Porta Palazzo. Di origine americana, è stato introdotto con le acque di zavorra delle navi. Cosa mangia? Cozze e vongole, ma l’allarme sulla sua pericolosità lanciato dai ricercatori in questi anni è sempre stato ignorato, col risultato che il problema del granchio blu è esploso a maggio di quest’anno mettendo in crisi gli allevatori di molluschi. Governo e Regioni hanno appena stanziato 12,9 milioni tra ristori e sostegni alle aziende colpite, ma Fedagripesca stima che il danno abbia raggiunto i 100 milioni.

La formica di fuoco
Recente è anche l’allarme per le formiche di fuoco. Originarie del Sudamerica e arrivate con le piante d’importazione, sono pericolose anche per l’uomo perché somministrano un veleno che causa ustioni e shock anafilattico. I nidi vanno distrutti subito perché in città come Roma, Barcellona e Parigi troverebbero condizioni ambientali adatte al loro insediamento, con conseguenze disastrose. Basti pensare che in California le formiche di fuoco sono arrivate da un nido del Texas nel 1997 e in dieci anni hanno fatto danni per 850 milioni di dollari.

La rana-toro
Si chiama così perché muggisce ed è grossa quasi quanto un pallone da calcio. E’ la rana-toro, allevata in Piemonte a partire dagli anni '80 nel Novarese e nell'Astigiano. Peccato che presto si verificarono fughe dagli allevamenti. La specie tende a colonizzare bacini artificiali e stagni, mentre non si adatta alle risaie. «Nel Torinese riceviamo segnalazioni da comuni come Poirino, Carmagnola e Carignano», sottolinea Coldiretti.

Il gambero della Louisiana
Gambero d’acqua dolce americano, è arrivato in Piemonte, dov’è diventato il nemico pubblico numero uno per chi a Poirino alleva la tinca, unico pesce d’acqua dolce europeo a Denominazione di origine protetta. Per Coldiretti, «sta compromettendo crescita e riproduzione della tinca, con danni per il commercio di questo pesce».

Il calabrone killer
Aggredisce gli alveari delle api, ma minaccia anche l’uomo. Si tratta del calabrone asiatico. Ad agosto in Piemonte un bambino di 9 anni è morto ad Alessandria dopo essere stato punto da questo insetto, mentre a Torino i primi avvistamenti si sono verificati in collina, a Cavoretto.

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