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La Corte dei Conti
01 Gennaio 2024 - 05:40
Roberto Montà all'epoca in cui era anche vice sindaco della Città metropolitana
Secondo la procura della Corte dei Conti, i dirigenti del Comune di Grugliasco avevano ricevuto troppi soldi dalla Giunta Pd guidata da Roberto Montà: un bonus economico, versato a prescindere dai risultati, per un danno erariale calcolato in 765mila euro. Una cifra esorbitante per gli anni che vanno dal 2016 al 2021, che ora i giudici hanno sensibilmente ridimensionato: la condanna c'è stata ma il danno erariale è di poco più di un decimo della cifra, 79.555,77 euro. Sul resto, secondo la Corte dei Conti, la Procura «ha omesso di fornire prova puntuale, in aggiunta all'insussistenza dell’elemento soggettivo della colpa grave».
Si chiude così una vicenda iniziata dopo un'ispezione del 2020, che aveva portato a un accertamento della Guardia di finanza, a un'indagine della Procura finanziaria e al coinvolgimento di 21 tra dirigenti e amministratori del Comune di Grugliasco. Compreso l'attuale sindaco, Emanuele Gaito, assessore nella precedente Giunta di Montà (che è stato anche vice di Stefano Lo Russo in Città metropolitana).
La sentenza del 29 dicembre, però, ha escluso le responsabilità degli assessori e dello stesso Gaito perché «non si può ascrivere loro una colpa solo per aver sottoscritto le delibere di Giunta relative all'assegnazione delle retribuzioni» dei dirigenti comunali. Per questo l'assessore Raffaele Bianco esulta su Facebook per la fine di «un incubo durato 547 giorni. Li ho contati uno ad uno, durante le mie notti insonni e le mie crisi. Una sentenza che scagiona me ed i miei compagni di Giunta, una sentenza che farà giurisprudenza e che rimette a posto le cose ed anche le relative responsabilità e competenze».
Non possono fare lo stesso l'ex sindaco Montà e Luca Costantini, all’epoca dei fatti segretario generale. Dei 79.555,77 euro, a loro tocca restituire al Comune 19.889 euro a testa (il resto della cifra spetta a quattro dirigenti che avevano scelto il giudizio abbreviato). A Montà «sono ascrivibili, per colpa grave le conseguenze di un comportamento gestionale in palese e macroscopico contrasto con la legge» si legge nella sentenza.
L'ex sindaco commenta su Facebook la sentenza con un lungo sfogo: «Per fortuna che sono sempre stato assicurato e consiglio ai miei ex colleghi di farlo: questa storia conferma che la vita degli amministratori locali è un terno al lotto. Ho apposto in dieci anni migliaia di firme, non sottraendomi mai alle mie responsabilità e alla cosiddetta "paura della firma”, in particolare durante il Covid. Oggi scopro che alcune di queste su provvedimenti istruiti e controfirmati dalle strutture tecniche deputate valgono circa 19 mila euro. Un risultato insignificante rispetto alle assurde richieste iniziali di 800mila euro e una comica, considerando che che il totale delle somme da restituire basteranno a mala pena per rifondere le spese che il Comune dovrà sostenere per pagare le spese legali agli assessori, giustamente assolti». Quindi Montà conclude: «Ho la coscienza a posto perchè so di aver fatto il massimo per garantire efficienza e retribuire correttamente chi ha mandato avanti la struttura in anni complicati. Finisco il 2023 con questa sentenza, con l'augurio di avere un secondo tempo in cui far valere al meglio ragioni e buona fede».
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