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A Villanova Canavese
13 Gennaio 2024 - 22:50
Foto di repertorio
Quei due ragazzi sono usciti di casa e hanno sentito un rumore: «Sembrava un miagolio, come un gatto che piangeva». Poi sono corsi dal papà, che è uscito sulla strada in vicolo San Giuseppe, in pieno centro di Villanova Canavese: erano le 19.30 di ieri sera.
«Sono uscito immediatamente e sono andato davanti ai bidoni - racconta Paolo Laforet, che lavora come escavatorista e abita proprio lì davanti - Eravamo spaventati, ci era già capitato di trovare dei cagnolini vicino casa. Invece stavolta, di fianco al cassonetto, c’era un sacchetto rosso con dentro un neonato. E’ stato un colpo».
Il piccolo era vivo, aveva ancora la placenta e il cordone ombelicale attaccati: «Si vedeva che era lì da un po’, anche se non so dire quanto: era tutto blu, quasi congelato. Poverino, col freddo che faceva probabilmente non sarebbe sopravvissuto a lungo. E’ stato brutto da vedere».
Il suo salvatore lo ha subito avvolto in una serie di asciugamani e coperte, compresa una coperta elettrica. Intanto ha chiamato il 112 e l’addetto della centrale operativa non poteva credere alle sue orecchie quando si è sentito spiegare la situazione. Nel giro di pochi minuti sono arrivati carabinieri e ambulanza: «Per fortuna sono stati velocissimi» aggiunge il villanovese. I sanitari hanno soccorso il bimbo e lo hanno portato di corsa all’ospedale di Ciriè, dove il piccolo è ancora ricoverato. Ma non è in pericolo di vita: se la caverà. «Ci piacerebbe sapere come andrà a finire» guarda avanti Laforet. Che non si sente un eroe ma ammette: «E’ stato casuale ma abbiamo salvato una vita».
Nel corso della serata a Villanova Canavese, oltre ai militari della Compagnia competente, sono arrivati anche i colleghi del Nucleo operativo e radiomobile: ora indagheranno per risalire ai genitori del piccolo e, in particolare, alla madre che lo aveva partorito poco prima. Se la troveranno verrà probabilmente accusata del reato di abbandono di minore. Ma rintracciarla sarà difficile, visto che nel vicolo non ci sono telecamere che possano aver ripreso il momento dell’abbandono. «Ma il paese è pieno di videocamere, sopratutto agli ingressi - fa notare Laforet - Se vogliono trovare i suoi genitori, possono riuscirci guardando i passaggi delle auto e gli orari. Onestamente non ho proprio idea di chi possa aver fatto una cosa del genere a una creatura così piccola e indifesa. Non si fa con un gatto o un cagnolino, figuriamoci con un bimbo».
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