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CHIERI

«Nessuno affitta la casa a mio fratello invalido»

Malato di Sla, vive “intrappolato” in un alloggio non adatto a lui

Silvana Cuscino mostra uno degli ostacoli che suo fratello deve superare: le scale

Silvana Cuscino mostra uno degli ostacoli che suo fratello deve superare: le scale

Una scala stretta all’ingresso, un gradino per entrare in bagno, uno spazio di pochi centimetri per spostarsi tra la vasca e i sanitari. Da quando la Sla l’ha costretto in carrozzina, l’appartamento dove vive in affitto si è trasformato in una prigione per Andrea Cuscino, 39 anni. Si trova in provincia di Torino, a Chieri, in via Palazzo di Città, a pochi passi dal Municipio. «Per accompagnarlo fuori, servono almeno due persone che lo sollevino e quasi un’ora di tempo - allarga le braccia sua sorella Silvana, che lo assiste insieme ai fratelli Salvatore, Maria e Mirella - In pratica, è costretto a stare sempre in casa. Le condizioni di Andrea si aggravano di giorno in giorno e vogliamo che, finché può, viva nel miglior modo possibile. Per questo, già da alcuni mesi, ci siamo attivati per trovare un altro alloggio». Risultato? «Abbiamo contattato i proprietari di una trentina di appartamenti a Chieri, soprattutto partendo dai siti online. Alcune case non sono accessibili. In altri casi avviamo le trattative, ma appena diciamo che andrà a viverci una persona con una disabilità si interrompono».

Dagli occhi di Silvana traspare amarezza, delusione e preoccupazione. Da qualche giorno ha fatto ricoverare il fratello in una rsa di Santena. «Per un mese, la Regione e i servizi sociali ci sostengono con la retta. Ma Andrea lì non è a suo agio: ci sono solo persone anziane ed è sempre più giù di morale. Non capisco perché nessuno voglia affittarci una casa». Vi sentite discriminati? «Non riusciamo a darci spiegazioni. Abbiamo anche chiesto aiuto in Comune, ma dicono che non ci sono case popolari disponibili».

L’assessora alle politiche sociali Raffala Virelli segue la questione: «Capisco le difficoltà di questa famiglia. Non credo sia questione di discriminazione. Chi mette una casa in affitto, chiede agli inquilini delle garanzie economiche che non tutti riescono a fornire. La soluzione più immediata potrebbe essere l’accesso a una struttura semiresidenziale». Silvana e gli altri fratelli non ne sono convinti: «Vogliamo accudire Andrea in una casa dignitosa. Sabato, almeno per qualche giorno, lo riporteremo nel suo appartamento e faremo i turni per assisterlo». Appesi ai muri ci sono i poster della Juve, grande passione di Andrea. Fino a due anni fa era uno sportivo. Lavorava come decoratore, nel tempo libero faceva anche il dj. Poi ha iniziato a sentire un dolore al braccio e, nel giro di poco tempo, la malattia ha stravolto la sua vita, impedendogli persino di uscire di casa.

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