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Il fatto

Le incendia l’auto e il portone di casa, ma non andrà a processo

Un 65enne prosciolto dalle accuse, i fatti risalgono a un anno fa

Le incendia l’auto e il portone di casa, ma non andrà a processo

Le incendia l’auto e il portone di casa, ma non andrà a processo

Ha dato fuoco a due macchine e al portone del palazzo della donna di cui si era invaghito, ma non finirà a processo. Il 65enne ritenuto responsabile della notte di terrore tra il 4 e il 5 marzo 2023 a Poirino è stato prosciolto dalle accuse da cui rischiava di doversi difendere.

Da diversi mesi, erano in corso delle interlocuzioni per definire un suo risarcimento alla signora che, dopo aver temuto per la sua vita, l’ha denunciato. «L’uomo non ha più ripetuto i suoi atteggiamenti molesti e aggressivi - spiega l’avvocato Gianluca Bona, che la assiste -. Questo è stato fondamentale per dare alla mia cliente la serenità necessaria ad accettare il risarcimento e, di conseguenza, rimettere la querela per stalking».

Aggiunge Simone Vallese, che ha difeso il 65enne: «Siamo soddisfatti della soluzione trovata. Anche la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla casa della donna, che era stata disposta per il mio assistito, è estinta».

Quella notte sono da poco passate le cinque, quando i primi scoppi risuonano in via Roma. Una Fiat Panda sta bruciando e le sue gomme esplodono per il calore. A pochi metri da lì, brucia il portone di una palazzina. Dentro vive la proprietaria della macchina. Sull’ingresso, la mattina dopo, si legge anche una scritta ingiuriosa. All’angolo con via Gaidano va in fumo un’altra auto. È la Fiat Grande Punto usata dall’ex marito di lei, con motore a gpl. Rischia di saltare in aria e solo l’intervento dei vigili del fuoco evita il peggio.

Nel giro di poche ore, i carabinieri individuano il signore che avrebbe appiccato il fuoco. Le telecamere lo inquadrano mentre, nel cuore della notte, riempie una tanica di benzina al distributore. Poco dopo, viene ripreso mentre percorre la strada verso via Roma. La vittima lo conosce bene: «A volte cercava un riscontro sentimentale da parte mia - racconta lei, ancora scossa, appena l’emergenza rientra -. Non gli ho mai dato retta. Ho sempre detto che potevamo essere amici, niente di più. Glielo spiegavo sia di persona che in chat». Adesso anche gli strascichi giudiziari della vicenda sono conclusi.

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