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Parcheggia nel posto dei disabili e insulta l'assessore che lo "sgrida"

La lite con un automobilista che aveva occupato il parcheggio davanti alla scuola senza averne diritto

La lite con un automobilista che aveva occupato il parcheggio davanti alla scuola senza averne diritto

La lite con un automobilista che aveva occupato il parcheggio davanti alla scuola senza averne diritto

È stato aggredito mentre portava la figlia a scuola, per aver difeso il diritto di un disabile a parcheggiare nello stallo a lui dedicato.

Una brutta avventura toccata l’altra mattina all’assessore al lavoro e politiche giovanili di Nichelino, Fiodor Verzola, davanti alla scuola dell’Infanzia Ada Negri, nell’orario di ingresso dei bambini. Un momento in cui il traffico davanti alle scuole cittadine è sempre piuttosto congestionato, ma che non può giustificare la prevaricazione dei diritti di chi è in maggiori difficoltà: «Ho gentilmente fatto notare a una famiglia che occupava abusivamente il posteggio disabili che lì non ci poteva stare - racconta l’assessore -. Come risposta ho ottenuto il classico “non c’è posto e quindi parcheggio lì” e al mio tentativo di far ragionare questa persona ho ricevuto offese gratuite: “sei un infame”, “fatti i ca... tuoi” e altri epiteti che non voglio ripetere». A quel punto Verzola ha anche spiegato che avrebbe chiamato i vigili affinchè rilevassero l’infrazione, manco a dirlo nella più completa indifferenza dell’altra parte.

«Mi sono sentito vittima di una violenza gratuita e prepotente che è diventata un atteggiamento ormai sdoganato - racconta ancora -. Questa persona dopo aver accompagnato i figli mi si è avvicinata a pochi centimetri dal viso con il dito puntato mentre io, che avevo mia figlia per mano, non potevo e non volevo reagire». Intanto, chi aveva diritto al posto disabili è andato a cercare parcheggio altrove. «Come cittadino - riflette Verzola - mi sono sentito ostaggio della prepotenza ma, come amministratore, vorrei chiedere maggior impegno alla nostra polizia locale affinché vigili di più su queste situazioni. Un sistema basato solo su punizioni e sanzioni non funziona, dobbiamo essere in grado di proporre modelli virtuosi che mirino alla riduzione di comportamenti sbagliati e all’empatia».

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