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Animali
23 Marzo 2025 - 19:30
Ivrea, si trova ora al centro di un dibattito che potrebbe ridefinire il concetto di pulizia urbana. La proposta di profilare geneticamente i cani per identificare i proprietari che non raccolgono le deiezioni dei loro animali ha suscitato reazioni contrastanti e acceso un vivace dibattito politico e sociale.
Martedì 25 marzo, il Consiglio comunale di Ivrea discuterà sulla possibilità di raccogliere campioni di DNA da tutti i cani della città per creare un database. L'obiettivo? Identificare i proprietari che non raccolgono le deiezioni dei loro animali e multarli. A firmare la proposta è Andrea Cantoni, capogruppo della lista "Giorgia Meloni per Cantoni Sindaco - Fratelli d’Italia - Eporedia Futura – Lega – Forza Italia – Forza Ivrea", supportato da Massimiliano De Stefano (Azione - Italia Viva) e Paolo Noascone (Sertoli Sindaco).
L'idea non è del tutto nuova: a Carmagnola il metodo è già stato applicato e sembra funzionare, con strade che brillano di pulizia. Tuttavia, l'applicazione di questa tecnologia solleva interrogativi importanti. Chi gestirà i dati genetici dei cani? Come verranno protetti da eventuali violazioni della privacy? E soprattutto, quanto costerà questo sistema?
La città si divide tra chi vede nella proposta un atto di giustizia e chi la considera un'invasione della privacy. I "giustizialisti del guinzaglio" sostengono che chi sporca debba pagare, mentre i "garantisti del sacchetto" ritengono ingiusto penalizzare tutti per le colpe di pochi. In mezzo, si suggeriscono soluzioni più tradizionali: aumentare i controlli, installare più dispenser di sacchetti e sensibilizzare i cittadini.
Mentre la città affronta problemi ben più urgenti come la crisi sanitaria e i trasporti inefficienti, il Consiglio comunale si prepara a votare quello che è stato ironicamente definito il "Codice Canino di Norimberga".
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