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Cucina

Torcetti piemontesi: qual è la loro storia?

La nascita di una vera e propria eccellenza della pasticceria piemontese, dal Settecento fino ai giorni nostri.

Torcetti piemontesi: qual è la loro storia?

Torcetti di Lanzo

Nel corso degli anni i torcetti, specialità tipica piemontese, hanno acquisito sempre più rilevanza nel mondo della pasticceria, superando i confini regionali e facendosi conoscere sia in Italia che all'estero. Esistono diverse varianti di questo famoso biscotto, ma quale storia si cela dietro la sua nascita?

Originariamente noti come "torchietti" nel Settecento, erano comuni nelle Valli di Lanzo come biscotti di pasta di pane intinti nello zucchero o nel miele: la loro preparazione è stata documentata dall'opera "Confetturiere Piemontesi" del 1790 e, soprattutto, dal "Trattato di Cucina e Pasticceria Moderna" di Giovanni Vialardi nel 1854, il quale definisce tre diversi tipi di torcetti, molto simili a quelli che conosciamo oggi. Tradizionalmente venivano cotti nei forni a legna comuni dei paesi, come dei grissini dolci, senza burro e chiusi all'estremità. Negli anni '20, la ricetta è stata poi perfezionata dal pasticcere di Agliè Francesco Pana, con l'introduzione del burro e l'uso di una farina più fine, per un impasto più leggero, attorcigliato a forma di ferro di cavallo.

Nel 1960 Romana Alfonsi e suo marito Umberto rilevano l'attività da Pana: sotto la loro gestione la pasticceria ha mantenuto per decenni quella tradizione e quella genuinità che, ancora oggi, contraddistinguono la storia di questo inconfondibile biscotto. La Pasticceria Alfonsi, oggi condotta da Aldo, nipote di Romana, e dalla sua famiglia, produce quotidianamente 60 kg di torcetti, realizzati a mano secondo l'antica ricetta. Impastati, cotti e caramellizzati, sono ideali con tè, latte, zabaione, cioccolato fuso, caffè e persino vini aromatici. È la storia di una vera e propria eccellenza piemontese.

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