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L'accusa
03 Giugno 2025 - 07:28
Ai due anziani diceva: «Senza di me, morite tutti e due». Oppure «vi lascio con gli assistenti sociali che fanno morire i vecchi». E intanto si rivolgeva a una cartomante per sapere quando sarebbero mancati quegli anziani che avrebbe dovuto accudire in veste di badante: così Giuseppina Iuliani, operatrice scolastica 56enne, è finita a processo per circonvenzione d'incapace ed è già stata condannata in primo e in secondo grado a 1 anno e 10 mesi di carcere (pena sospesa con la condizionale, in attesa che si esprima anche la Cassazione). Stessa sorte per uno dei suoi "complici", il notaio Paolo Bonomo, che nel frattempo ha smesso di esercitare: a lui i giudici hanno inflitto una pena di 6 mesi per il reato di falso. Altri coinvolti hanno patteggiato una pena durante l'udienza preliminare mentre, in questi giorni, sono finiti a processo gli ultimi tre componenti della presunta banda, cioè una consulente finanziaria, la figlia di Iuliani e il suo fidanzato: difesi dagli avvocati Gianluca Marta, Daniele Mazzoleni e Maria Vittoria Prudenza, la consulente risponde di circonvenzione in concorso con Iuliani mentre gli altri due imputati sono accusati di falsa dichiarazione al pm.
I fatti contestati risalgono al 2019: secondo quanto ricostruito dalla guardia di finanza e dal pubblico ministero Giulia Rizzo, la bidella conosce per casa i due anziani residenti ad Alpignano, si mette in aspettativa e diventa la loro badante. Poi, quando il marito viene ricoverato in casa di cura a Pianezza, continua a occuparsi della moglie. Che si affida totalmente all’operatrice scolastica, che le dice: “Fidati di me. Se firmi qui, noi diventiamo una famiglia”. E così l'anziana ha approfittato della deficienza psichica dei due anziani, dovuta all'età avanzata e alle rispettive patologie: è riuscita a convincere la coppia a vendere la loro casa, valutata 230mila euro, darle libertà di operare sui loro conti attraverso una procura, intestarle assegni in bianco e fare testamento a suo favore (in caso di morte del coniuge). E qui è entrata in gioco la promotrice finanziaria, amica di Iuliani e sua presunta complice per riuscire a portar via altri 220mila euro di risparmi.
La consulente avrebbe aiutato nell'apertura di un nuovo conto corrente e di un dossier titoli destinati al denaro da sottrarre. Avrebbe coinvolto il notaio, autore del testamento della coppia a favore della badante. Poi firmato con il fidanzato della figlia e la consulente come testimoni il 7 luglio del 2019, nella casa di cura Giovanni XXIII di Pianezza. Nel "disegno criminoso" si sarebbe poi inserita un'altra amica, che avrebbe aiutato a mantenere i contatti fra le parti e a decidere una versione condivisa con cui presentarsi davanti agli investigatori. Tra i coinvolti, infine, ci sono altri due amici che si sarebbero prestati a ricevere soldi da Iuliani via bonifico, prelevarli e poi consegnarglieli in contanti. Ma loro hanno patteggiato mentre restano a processo gli ultimi tre accusati di questo "affare di famiglia" da centinaia di migliaia di euro.
Gli imputati potranno raccontare la loro versione dei fatti nell’udienza già fissata per settembre. Nel frattempo entrambi gli anziani coniugi, classe 1927 e 1936, sono mancati. Un loro parente statunitense, però, continua a partecipare al processo come parte civile, assistito dall'avvocato Marialuisa Borgarello.
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