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Il fatto
28 Giugno 2025 - 09:45
Si è parlato di un matrimonio "romantico e commuovente", ma per la procura si tratta di una vicenda ben più complessa. È tornata in aula la delicata causa che ruota attorno alle nozze tra due anziani di Giaveno, celebrate nel 2022 in forma riservata. Quattro i presenti: i due sposi, entrambi ultrasettantenni, e i due testimoni. Ma è su ciò che è avvenuto prima e dopo quella cerimonia che si concentra ora l’attenzione della giustizia. L’uomo, oggi assistito da un’amministratrice di sostegno, avrebbe contratto matrimonio dopo una lunga relazione durata vent’anni. Ma la nomina della tutrice – avvenuta prima delle nozze – è stata tenuta nascosta ai figli dell’anziano, che hanno successivamente sporto querela e si sono costituiti parte civile, assistiti dall’avvocata Maria Grazia Tripodi. Secondo quanto denunciato dai familiari della presunta vittima, il padre – descritto come persona benestante, con proprietà a Torino e in provincia, una polizza assicurativa da 1,8 milioni di euro e un cospicuo conto corrente – avrebbe improvvisamente perso liquidità. “Nel 2022 abbiamo dovuto prestargli dei soldi”, hanno raccontato in aula i figli, sostenendo che qualcosa non tornava. Il sostituto procuratore Roberto Furlan indaga su un flusso di denaro e beni che sarebbero passati nelle mani dell’attuale moglie: circa 350.000 euro in trasferimenti bancari e la cessione di un immobile dal valore stimato di 230.000 euro, tutti avvenuti prima del matrimonio. Secondo l’accusa, la donna avrebbe approfittato delle condizioni psicofisiche del compagno, inducendolo a cedimenti economici e convincendolo anche a consegnarle le credenziali per operare tramite home banking. Giovedì hanno testimoniato due notai, coinvolti in alcune delle operazioni finanziarie tra i due anziani. Entrambi hanno riferito di non aver riscontrato irregolarità nei passaggi di denaro e beni. Uno dei due professionisti ha precisato di essersi fatto consegnare un certificato medico, che attestava le condizioni di salute dell’uomo, fragile e malato, ma – all’epoca – ritenuto ancora in grado di intendere e di volere. Anche il sindaco di Giaveno, Stefano Olocco (vicesindaco all’epoca dei fatti), ha ricordato di aver celebrato il matrimonio dopo aver parlato personalmente con la coppia. “Lo scambio degli anelli avvenne senza problemi. L’uomo pronunciò le frasi di rito, e in Comune vengono sempre fatte verifiche per accertarsi che tutto avvenga secondo le norme”, ha dichiarato. Il processo proseguirà a dicembre, quando verranno ascoltati i testimoni della difesa: una ventina in tutto. L’avvocato Marco Papa, che rappresenta la donna imputata, è deciso a dimostrare la totale buona fede della sua assistita. “La coppia convive ancora oggi – ha ricordato il legale – e nulla di quanto accaduto è stato fatto contro la volontà del marito”.
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