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Il fatto
04 Luglio 2025 - 16:20
Cosa succede quando l'innovazione incontra la necessità di garantire diritti fondamentali, come quello alla salute, anche in contesti spesso trascurati? A Biella si sta sperimentando un progetto che potrebbe rivoluzionare l'accesso alle cure mediche per una parte della popolazione spesso dimenticata: i detenuti.
Oggi, 4 luglio 2025, verranno infatti attivati ambulatori di oculistica e odontoiatria sociale, un'iniziativa che promette di estendersi presto anche a livello nazionale.
Ma perché è così importante parlare di sanità in carcere? I detenuti rappresentano una popolazione particolarmente vulnerabile, spesso affetta da problemi di salute cronici e con un accesso limitato alle cure mediche. Vivere in un ambente carcerario, infatti, può esacerbare problemi di salute esistenti e crearne di nuovi, rendendo essenziale un accesso tempestivo e adeguato alle cure. I nuovi ambulatori di oculistica e odontoiatria sono stati progettati proprio per rispondere a queste esigenze specifiche, offrendo servizi che altrimenti sarebbero difficilmente accessibili per i detenuti.
L’iniziativa nasce da un protocollo d’intesa tra il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap), il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, e l’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà (Inmp). A livello locale, invece, il progetto coinvolge l’Asl di Biella, che fornisce supporto operativo e logistico.
Secondo il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Dellevedove, presente all’inaugurazione, si tratta di un esempio virtuoso di collaborazione tra enti pubblici: «Grazie alla sinergia tra Dap, Inmp, Garante nazionale e Asl, potenziamo l’accesso alle cure in carcere senza gravare sul sistema sanitario nazionale». E l’ambizione è chiara: fare di Biella un modello replicabile su scala nazionale.
L'iniziativa, infatti, potrebbe rappresentare un esempio per il futuro della sanità in carcere in Italia. L'idea di portare le cure direttamente all'interno delle strutture penitenziarie, oltre a facilitare le cure per i detenuti e ad alleggerire il Sistema Sanitario Nazionale, potrebbe anche contribuire in modo significativo a ridurre le recidive, migliorando la salute generale e il benessere psicofisico di chi è in carcere.
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