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Un campo fotovoltaico delle Ferrovie a Trofarello. «Maxi, ma meno del previsto»

Si riduce l'estensione del campo fotovoltaico che dovrebbe sorgere su un terreno agricolo. Ecco tutti i dettagli dopo il sopralluogo dei tecnici

Il campo fotovoltaico sarà realizzato con una tecnologia che consentirà la "convivenza" con coltivazioni e pascoli

Il campo fotovoltaico sarà realizzato con una tecnologia che consentirà la "convivenza" con coltivazioni e pascoli

Un campo fotovoltaico delle Ferrovie a Trofarello. Grande, ma non così tanto come paventato nelle ultime settimane, quando il progetto di Rfi aveva fatto suonare qualche campanello di allarme nella cittadina alla porte di Torino. L'area individuata infatti è quella compresa tra via Sabbioni, la tangenziale, l'area industriale e, appunto, la linea ferroviaria. Un'ampia fetta di terreno che oggi è a destinazione agricola - ospita coltivazioni di frumento e mais oltre a foraggi e pioppeti - e la sua "conversione" a campo fotovoltaico, pur se permessa dalla legge in quanto a ridosso di ferrovia e zona industriale, ha fatto storcere più di un naso tra amministratori e cittadini. Proprio ieri mattina quindi i tecnici di Rfi e del Comune hanno effettuato un sopralluogo nella zona, che «ha permesso di verificare sul campo le caratteristiche dell’area - sottolineano dal gruppo ferroviario - anche alla luce delle osservazioni formulate dall’amministrazione locale». Dalla ricognizione è emerso che l'impianto fotovoltaico dovrebbe avere una superficie compresa tra i 10 e i 15 ettari (ben inferiore ai 90 ettari paventati fino a oggi) e verrà installato «sulle aree di minor pregio e quelle abbandonate, anche tenendo conto delle indicazioni del Comune di Trofarello, con cui il confronto proseguirà nei prossimi mesi in spirito collaborativo, di trasparenza e attenzione al territorio». Per la precisione, si sottolinea dal Comune: «Il campo fotovoltaico dovrà occupare l’area della ex discarica comunale (che da sola potrebbe soddisfare il 20-35% della superficie necessaria)» e «verificate le condizioni tecniche, dovranno essere sfruttati prioritariamente i terreni di proprietà comunale non utilizzati adiacenti all’ecocentro a riduzione della superficie agricola ipotizzata». Non solo: «Il campo fotovoltaico dovrà, ad ogni modo, essere del tipo agri-fotovoltaico, ossia un sistema di produzione di energia rinnovabile che combina la coltivazione di terreni agricoli con la produzione di elettricità. La tipologia costruttiva dovrà permettere potenzialmente il pascolo del bestiame e la coltivazione delle medesime colture agricole che oggi vengono lavorate». Le prossime tappe sono ora un nuovo incontro con i tecnici Rfi alla fine del mese di agosto e «su richiesta del sindaco Stefano Napoletano, la questione verrà posta all’ordine del giorno del Consiglio Regionale del Piemonte su interessamento del presidente, Davide Nicco». E lo stesso Nicco ha già fatto sapere che nel primo Consiglio regionale utile presenterà un ordine del giorno per chiedere formalmente che, in sede progettuale, «si promuova l’individuazione di aree alternative a quelle agricole di pregio che limitino le conseguenze negative per il territorio e garantiscano una distribuzione più equa degli oneri della transizione energetica. Non con un utilizzo indiscriminato delle aree verdi ed agricole ma discriminando e cercando di utilizzarne il meno possibile e sfruttando invece le aree già compromesse».

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