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A Cumiana già in 1300 a sostegno di un nuovo oratorio

Tesseramenti da tutta la provincia e anche dall’estero per sostenere la costruzione del nuovo centro parrocchiale. La comunità si mobilita in vista dell’inaugurazione nel 2028

A Cumiana già in 1300 a sostegno di un nuovo oratorio

Non ha raggiunto l’obiettivo iniziale dei 2.000 tesserati, ma la risposta alla campagna di adesioni per il nuovo oratorio di Cumiana è stata comunque significativa: oltre 1.300 persone hanno scelto di sostenere il progetto, versando una quota simbolica di 15 euro annui. Non solo dalla cittadina piemontese, ma anche dal Pinerolese, dal Torinese e persino dall’estero. Tra gli aderenti figura anche l’arcivescovo di Smirne, in Turchia, a testimonianza di quanto l’iniziativa abbia colpito anche oltre i confini locali.

Lanciata da don Carlo Pizzocaro, la campagna tesseramenti puntava a creare una rete di sostegno per dare il via a un progetto ambizioso: la costruzione di un nuovo oratorio all’interno del centro pastorale parrocchiale di via Salita alla Parrocchia. L’oratorio attuale, ospitato da 70 anni dalle Figlie di Maria Ausiliatrice, verrà dismesso a partire dall’estate 2027, rendendo necessario un nuovo spazio per le attività educative e comunitarie. «La risposta è stata molto generosa e ci ha gasato. Malgrado non avessimo ancora fatto vedere un progetto preliminare e non avessimo ovviamente un oratorio fisico da presentare», ha commentato don Pizzocaro, che punta ora a presentare il progetto ufficiale il 31 gennaio 2026, festa di Don Bosco.

Il traguardo dei 2.000 tesserati, quindi, non è abbandonato ma solo rinviato all’inaugurazione, prevista per settembre 2028. L’apertura parziale del nuovo centro dovrebbe avvenire già nell’estate 2027, in modo da garantire continuità alle attività oratoriane. Grazie al sì della Soprintendenza, arrivato dopo un recente sopralluogo, il progetto può ora entrare nella fase operativa: promozione, ricerca di finanziamenti e coinvolgimento di fondazioni ed enti pubblici saranno i prossimi passaggi. Oltre all’aspetto edilizio, però, il progetto ha un valore simbolico e sociale. È pensato come un motore per ricostruire legami comunitari, offrire ai giovani spazi educativi e rimettere la parrocchia al centro della vita cittadina. «Questa risposta, oltre a renderci orgogliosi e contenti, ci mette addosso una grande responsabilità», ha sottolineato don Pizzocaro.

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