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Il dato
24 Ottobre 2025 - 12:40
Il suolo piemontese continua a essere eroso da nuove costruzioni, infrastrutture e impianti. Tra il 2023 e il 2024, la regione ha visto scomparire altri 503 ettari netti di terreno naturale, trasformati in superfici artificiali. Un ritmo equivalente a due campi da calcio ogni giorno, quasi 600 metri quadrati ogni ora. I dati emergono dal Rapporto SNPA "Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici", diffuso da ARPA Piemonte, che fotografa una situazione ancora critica nonostante gli obiettivi di azzeramento del consumo fissati a livello europeo e nazionale.
IL PIEMONTE NELLA CLASSIFICA NAZIONALE
Con un totale di 171.136 ettari di suolo ormai occupato da superfici artificiali, il Piemonte registra un'incidenza del 6,74% sul territorio regionale. Si tratta di un valore inferiore alla media nazionale del 7,17% e ben al di sotto di regioni come la Lombardia (12,22%) o il Veneto (11,86%), ma il dato resta preoccupante se confrontato con le dinamiche demografiche. Quest'anno, per ogni abitante in più nella regione, sono stati consumati quasi due ettari di suolo: un indicatore che testimonia uno sviluppo poco sostenibile, slegato dalla crescita della popolazione.
In termini assoluti, il Piemonte si posiziona all'ottavo posto in Italia per consumo di suolo, dopo regioni come Emilia-Romagna, Puglia e Sicilia. L'aumento percentuale rispetto alla superficie artificiale dell'anno precedente è dello 0,29%, valore che colloca la regione al primo posto nel Nord-Ovest e al quarto nel Nord Italia, sebbene sotto la media nazionale dello 0,36%.
FOTOVOLTAICO A TERRA E LOGISTICA: I PRINCIPALI RESPONSABILI
Quest'anno a incidere in modo particolare sul consumo di suolo è stato il fotovoltaico a terra, con oltre 160 ettari consumati, circa il 30% del totale regionale. Gli impianti si concentrano soprattutto nel vercellese, con più di 80 ettari, seguiti da alessandrino, cuneese, torinese e biellese. A questo si aggiunge l'espansione dei poli logistici, che continuano a proliferare nelle periferie dei capoluoghi e nei centri della cintura torinese.
Ma c'è anche un consumo più distribuito e meno visibile, fatto di piccole e medie opere che interessano centri urbani minori, territori collinari e assi vallivi montani. Un fenomeno che potremmo definire endemico, presente ovunque sul territorio regionale.
PROVINCE: VERCELLI, CUNEO E TORINO AI PRIMI POSTI
A livello provinciale, Cuneo guida la classifica con 132 ettari consumati, seguita da Torino con 118 ettari e soprattutto Vercelli con 109 ettari, un picco mai raggiunto prima nella serie storica. Il dato vercellese è in larga parte riconducibile al fotovoltaico a terra nei comuni di Trino e Alice Castello, e all'espansione della logistica a Greggio e Balocco.
Nel cuneese pesano i cantieri per opere infrastrutturali come l'autostrada Asti-Cuneo, la variante provinciale a Ceresole d'Alba e la viabilità a Savigliano, oltre ai nuovi poli produttivi e ai campi fotovoltaici. Sulla Città Metropolitana di Torino incidono i poli logistici di Torrazza Piemonte, le infrastrutture come la nuova stazione ferroviaria di Orbassano e l'Idropolitana, le aree commerciali a Ivrea e il fotovoltaico a San Giorgio Canavese.
Se si considera la densità di consumo rispetto alla superficie amministrativa, è Vercelli a distinguersi con 5,23 metri quadrati per ettaro, seguita da Novara con 3,65, a fronte di un valore regionale di 2,19 e nazionale di 2,78.
I COMUNI PIÙ COLPITI E LE AREE A RISCHIO
A livello comunale, il territorio con il consumo netto più elevato nel 2024 è Trino Vercellese con 65 ettari, quasi tutti dovuti al fotovoltaico a terra, seguito da Ceresole d'Alba con 21 ettari e Alice Castello con 20 ettari. Sopra i 10 ettari si trovano Novara, Torrazza Piemonte, Cameri e Chiusa di Pesio.
Il rapporto segnala anche che 18 ettari di nuovo consumo ricadono in aree a pericolosità idraulica elevata, 41 ettari nella classe intermedia e 102 ettari in quella a pericolosità bassa. Tra questi interventi si evidenziano il polo logistico di Balocco, di circa 6 ettari, e quello di Cameri di 5 ettari. Tra gli interventi in area protetta spicca l'ampliamento di circa 4 ettari del centro sportivo Robaldo a Torino, in strada Castello di Mirafiori.
Un dato preoccupante riguarda i terreni più produttivi: oltre 28 ettari di nuovo consumo, circa il 6% del totale, ricadono in suoli di prima classe, quelli più adatti all'agricoltura e privi di limitazioni per le colture.
IL QUADRO NAZIONALE
A livello nazionale, nel 2024 sono stati coperti da nuove superfici artificiali quasi 84 chilometri quadrati, con un incremento del 16% rispetto all'anno precedente. Con oltre 78 chilometri quadrati di consumo netto, si tratta del valore più alto dell'ultimo decennio. A fronte di poco più di 5 chilometri quadrati restituiti alla natura, il bilancio resta fortemente negativo: ogni ora si perdono circa 10mila metri quadrati di suolo.
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