L’inchiesta doveva rimanere segreta, ma 28 indagati fanno notizia, nonostante i loro nomi siano coperti dal segreto istruttorio che la procuratrice capo di Ivrea Gabriella Viglione è determinata a rispettare con rigore. Una vera bufera sulla Sanità piemontese che vede oggi sotto indagine 28 soggetti (persone, società ed enti) dipendenti, appaltatori, professionisti e collaboratori dell’AslTo4 (Ivrea, Chivasso e Ciriè). L’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dai pm della procura di Ivrea Valentina Bossi e Alessandro Gallo prende il via dagli atti che la procura di Aosta avrebbe trasmesso a quella eporediese su alcuni appalti che i magistrati ritengono truccati all’ospedale Parini e da un esposto presentato dall’ex sindaco di Settimo Torinese Aldo Corgiat su altrettante irregolarità che si presume siano avvenute all’ospedale di Settimo. In entrambi i casi sarebbe coinvolta la ditta CM Service di Chiaverano (azienda vincitrice degli appalti sui quali indagat la procura) e il suo procuratore Massimo Cassinelli, un giovane manager che vive a Ivrea. In realtà nella visura della società (che ha 5 milioni di capitale sociale e nell’ultimo anno di milioni ne ha fatturati quasi cento) Cassinelli non compare. Invece risulta tra gli amministratori e i soci di Serniramis (70mila euro di capitale) e socio unico, di fatto società proprietaria di CM Service. Un nome che emerge sia in Serniramis che in Cm Service è quello di Carmela Rita Conversa, residente a Ivrea. Nella società (CM Service) compare solo un’altra persona fisica, Paolo Garnerone (volontario della Croce Rossa ed esperto in security) e poi una serie di sigle di altre aziende partecipate o di strutture assistenziali verso le quali CM Service ha o aveva interessenze. Comunque sia, finanzieri e magistrati vogliono chiarire la natura dei rapporti che sono intercorsi negli ultimi due anni tra queste società che offrono servizi di varia natura alla sanità pubblica e i dirigenti responsabili dell’Asl. Ovviamente a partire dal direttore generale Stefano Scarpetta, da quello amministrativo Stefano Loss Robin e dalla direttrice sanitaria Gloria Chiozza che due giorni fa avevano diffuso una breve nota nella quale confermavano che i Finanzieri avevano perquisito la sede dell’Asl di via Po a Chivasso (ma anche uffici in Regione) e si dicevano disponibili a «fornire la massima collaborazione agli inquirenti». Giacché nel mirino della procura ci sarebbero anche servizi infermieristici e assistenziali, sarebbe coinvolto anche l’ufficio finora diretto da Carla Fasson, dirigente per le Professioni Sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione e della professione di ostetrica all’AslTo4. Turbativa d’asta, corruzione, rivelazioni di atti d’ufficio e abuso d’ufficio sono le accuse a vario titolo contestate sinora dalla procura eporediese. Ne dovranno rispondere, dunque, imprenditori, dirigenti, primari, ma anche funzionari e semplici dipendenti di aziende ed enti. L'ultima inchiesta che ha colpito la sanità piemontese aveva già toccato l'Asl del Canavese: è stata quella che ha coinvolto Flavio Boraso, ex direttore generale dell'Asl To4 (in precedenza alla guida dell'Asl To3) e attuale direttore generale dell'Asl di Asti, indagato con le accuse di turbativa d'asta, corruzione e falso dalla procura di Torino.
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