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Neja: «Il mio viaggio negli anni ‘90 non finisce mai»

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Neja, una vera fuori classe

Quattro milioni di copie vendute in tutto il mondo, diciassette tour internazionali, un amore per la musica che spazia dalla dance al jazz alle sonorità celtiche: questa è Neja, l’ospite d’eccezione per la serata anni Novanta in programma domani al Different Club di corso Vittorio Emanuele 21. Nata a Rivoli, nel cassetto studi classici e una laurea in lingue, sarà lei a guidare i clienti dell’ex Quasar nel “viaggio musicale che parte dagli anni Novanta ed arriva sino ai giorni nostri” organizzato da Roberto Di Crescenzo e diventato un cult: «Un viaggio a ritroso nel tempo - spiega l’interprete di successi come “Restless” e “The Game” - L’esibizione sarà articolata in due parti. Durante la prima, accompagnata dal chitarrista albese Andrea Mignone, proporrò un excursus di hit recenti, da Dua Lipa a Ed Sheeran; poi, nel cuore della notte, sarà la volta dei miei successi e della presentazione dell’ultimo singolo, “And I go”».

Che fa parte dell’album “Back to the feat”. «Sì, è uscito il primo febbraio. Prodotto da DJ Jump, propone inediti dalle sonorità anni Novanta ed il featuring dei mostri sacri dell’epoca».

Collabora con i big di allora? «Non c’è mai stata rivalità, anzi, estrema collaborazione. Erano e sono tutti simpatici, persone semplici accomunate dall’amore per la musica. Con uno mi ci fidanzai pure, Jeffrey degli Eiffel 65: siamo rimasti in ottimi rapporti, c’è anche lui nel disco».

Lei ne ha venduti addirittura quattro milioni, non male. «Un risultato incredibile ora: sono dati enormi di quando ancora si vendevano i dischi».

Una battuta su Sanremo? «Mi è piaciuto molto che abbiano voluto rendere il Festival più attuale. Purtroppo a livello tecnico ho sentito cose allucinanti. Salvo Il Volo, la Tatangelo, Nek e pochi altri».

E dei tour internazionali che ricordi ha? «Fu un’esperienza intensa, stancante ma meravigliosa. Sono stata fortunata, ho visto posti stupendi come il Giappone di cui mi è rimasta impressa l’estrema gentilezza del popolo»

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