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10 Novembre 2021 - 07:43
Il ritorno al contatto con il pubblico, finalmente al 100 per cento, dopo un anno di stop (o, meglio, con la sola versione online) per il Torino Film Festival è l’occasione per apportare alcune novità rispetto alle ultime edizioni, a cominciare dalla sede della serata inaugurale, in pro gramma dopo alcuni anni di lontananza all’Uci Cinema del Lingotto, venerdì 26 con “Sing 2”, e dai luoghi del festival, che aggiungono le sale di Lux e Greenwich allo “storico” cinema Massimo.
“Nuovo” in un certo anche il direttore, Stefano Francia Di Celle, al secondo anno di mandato ma per la prima volta in presenza: «Il ritorno alla sala cinematografica e l’incontro tra il grande pubblico e gli autori è l’anima dell’intera manifestazione», spiega.
Lungo l’elenco degli ospiti, in gran parte al femminile: a cominciare dalla premiata Monica Bellucci e dalla madrina Emanuela Fanelli, per poi citare almeno Charlotte Gainsbourg, Ambra Angiolini, Margherita Buy (che consegnerà a Giuseppe Piccioni il Premio Maria Adriana Prolo), Matilda De Angelis e tanti altri, dall’Italia e dall’estero.
Qualche numero: 181 film totali in programma, tra cui 68 anteprime mondiali, un titolo italiano in concorso (“Il muto di Gallura”, diretto da un ex-studente della Scuola Holden, Matteo Fresi), tanta Torino in selezione dal veterano Tonino De Bernardi al giovane Emanuele Marini, passando per il compianto Pietro Balla e il prolifico Daniele Gaglianone.
Colpisce la quasi scomparsa della versione in streaming del festival, àncora di salvezza dodici mesi fa e oggi abbandonata a favore della sala. «Siamo desiderosi - spiega il direttore - di favorire un ritorno alla normalità di un sistema dove la sala è protagonista e per questo presentiamo opere della prossima stagione cinematografica che ci hanno colpito, dialogando con tutte le forme di fruizione, dalla tv alle piattaforme, settori dove c’è grande fermento e innovazione». E quindi ecco apparire in programma l’ultimo lavoro da regista del 91enne Clint Eastwood, “Cry Macho”, o il kolossal di Davide Ferrario girato a Malta, “Blood on the crown”. Commovente, sarà inevitabile, la proiezione di “Santa Maradona” di Marco Ponti in versione restaurata, girato a Torino vent’anni fa e occasione imperdibile per ricordare l’attore Libero De Rienzo, da poco scomparso. La chiusura sarà in musica, con “Aline” dedicato a Celine Dion, al termine di un’edizione in cui si vedrà in anteprima anche l’atteso “The Beatles: Get back” di Peter Jackson.
Masterclass, omaggi, incontri e quant’altro completano un Torino Film Festival ricchissimo, più pop e meno cinefilo rispetto al passato ma soprattutto di nuovo pronto a far incontrare pubblico e autori, attori e fan. Fino al 4 dicembre. La città è pronta.
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