La scena è occupata da quattro grandi specchi che ruotano e si inclinano su se stessi. Su di questi si riflettono le schermaglie amorose delle due sorelle di provincia, Elizabeth e Jane, dei due amici, i signori Bingley e Darcy e dei tanti personaggi che compongono l’universo della più famosa opera di Jane Austen, “Orgoglio e pregiudizio”, quella che il pubblico vedrà martedì sera (ore 19,30) sul palco del Carignano di Torino (in replica fino al 21 novembre prossimo) nella prima trasposizione teatrale italiana del romanzo ottocentesco.
A cimentarsi nel non facile compito di condensare in poco meno di due ore di spettacolo le oltre 400 pagine del classico della scrittrice inglese è stato Arturo Cirillo. Lo ha fatto perché, dice, «penso che sia una scrittrice con un dono folgorante per i dialoghi. Perché sono affascinato dall’Ottocento, e dal rapporto fra i grandi romanzi di quell’epoca e la scena». Lo ha fatto «perché amo molto l’ironia di questa scrittrice, il suo sguardo acuto ma anche distaccato sui suoi personaggi; perché il mondo della Austen dove apparentemente non accade mai nulla di eclatante, abitato per la maggior parte da creature che stanno abbandonando la fanciullezza per diventare ragazze da marito o giovani scapoli da sposare, mi affascina; con tutto il pudore, i turbamenti, le insicurezze, e anche l’orgoglio e i pregiudizi che la giovinezza porta con sé».
E ancora perché «questo mondo sociale dove ci si conosce danzando, ci si innamora conversando, ci si confida con la propria sorella e i genitori sono, ognuno a suo modo, prigionieri del proprio narcisismo, non mi sembra così lontano da noi». E come dimenticare il film del 2005 di Joe Wright con Keira Knightley. Cirillo lo porta in scena, con questa produzione del Teatro Mercadante di Napoli, come regista e come interprete nel doppio ruolo del signor Bennet e, en travesti, in quello di Lady Catherine de Bourgh. Lo ha fatto mettendo in luce tutta l’ironia e, perché no, la comicità che da questo romanzo traspare dietro quell’aura di romanticismo di cui è pervaso. E ancora lo ha fatto supportato da un cast formato da Valentina Picello, Francesco Petruzzelli, Sabrina Scuccimarra, Rosario Giglio, Eleonora Pace, Giacomo Vigentini, Giulia Trippetta, dove la Picello, nel ruolo di Elizabeth, e Petruzzelli, in quello di Darcy, incarnano l’orgoglio e il pregiudizio tipici anche di una coppia moderna.
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E la modernità del romanzo sta anche, è ancora Cirillo, in «queste giovani eroine spinte a sposarsi anche per avere finalmente un sostegno economico, sottraendosi allo stesso tempo all’indecorosa condizione di zitelle e allontanandosi dalle proprie famiglie d’origine». E aggiunge: «Anche se poi la povera e zitella Jane Austen (che mai riuscì invece ad abbandonare la propria famiglia) si divertì a sottrarsi a tutto questo mettendolo in scena nei suoi romanzi, che sono una spietata critica e allo stesso tempo un’amorosa dichiarazione d’appartenenza alla propria epoca»
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