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«Noi alla Reggia e ci sono anche i Papi»

SolenghiLopez

Sono stati Dean Martin e Frank Sinatra a favorire la loro réunion. Galeotto per Lopez e Solenghi fu il successo dell’imitazione che fecero delle due star di Hollywood nel 2016 a “Tale Quale Show”, un successo che fece dire al conduttore della trasmissione Carlo Conti: «Perché non fate uno spettacolo dove cantate insieme?». Detto fatto, Lopez e Solenghi nel 2017 hanno dato vita al “Massimo Lopez & Tullio Solenghi Show”, uno spettacolo portato in tour per oltre tre stagioni e che questa sera farà la sua ultima tappa alla Reggia di Venaria, nell’ambito del festival La Milanesiana ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi. «Sarà il posto migliore in cui concludere questo fortunato periodo» chiosa Lopez.

L’appuntamento è per le 21 nella Chiesa di Sant’Uberto, e già il luogo si presta ottimamente all’interpretazione di Papa Ratzinger (Tullio) e Papa Bergoglio (Massimo), uno dei loro cavalli di battaglia. Lo scoppiettante duo, accompagnato dalla Jazz Company del maestro Gabriele Comeglio che esegue dal vivo la partitura musicale, regaleranno così due ore di puro divertimento con imitazioni, sketch, performance musicali, improvvisazioni ed interazioni col pubblico. Duetteranno nei panni di Gino Paoli e Ornella Vanoni, battibeccheranno in quelli di Mughini e Sgarbi, saranno Maurizio Costanzo (Massimo) e Giampiero Mughini (Tullio). «Un siparietto, questo, che piace moltissimo agli spettatori - rimarca Lopez - . È stato Costanzo stesso a darmi la patente per interpretarlo. Mi aveva detto: devi essere tu a fare Costanzo».

E tra una risata e l’altra non dimenticheranno, naturalmente, la loro ex “compagna di giochi” , Anna, quella del Trio troppo presto svanito e che è diventato un po’ parte di noi. Come rimarca Lopez «quasi ogni spettatore ha un momento della sua vita legato a noi».

Una serata, l’ultima del tour che, come succede per tutte le ultime volte, porterà in sé anche molta nostalgia. «Questo spettacolo ci ha dato molte soddisfazioni - dice il comico marchigiano -. Ogni volta che il sipario si è aperto è stato come ritrovarsi tra parenti e tornare dal vivo dopo la pandemia ci ha fatto incontrare un pubblico molto più entusiasta, gli applausi sono più scroscianti, c’è più voglia di divertirsi, di ridere. È una terapia per il pubblico ed è una terapia anche per noi».

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