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19 Ottobre 2022 - 08:22
Franco Gatti, lo storico “Baffo” dei Ricchi e Poveri, si è spento ieri nella sua Genova, aveva 80 anni. “Oggi va via un pezzo della nostra vita. Ciao Franco”, hanno scritto i suoi compagni su Facebook. Il basso per eccellenza del gruppo italiano dei record - secondo solo ai Pooh in quanto a vendite di dischi in tutto il mondo che sono arrivate a oltre 22 milioni di copie – fisicamente è morto ieri, sì. Ma la sua anima, il suo spirito, la sua voglia di vivere se ne erano andate già da tempo. Da quando, nel 2013, suo figlio Alessio di appena 23 anni si spense a causa di un mix letale di eroina e alcol. Da lì, l’addio immediato alla storica band, l’inizio di un dolore profondo che nel tempo non ha fatto altro che acuirsi e che si è a tratti lenito solo quando Franco riuscì a dimostrare, in seguito all’autopsia, che il suo Alessio non era un drogato cronico ma una vittima ingenua di una maledetta prima volta. Fu quello l’unico momento di sollievo dal suo dolore lancinante, una notizia che gli diede la forza di riprovare a tornare al fianco di Angelo e Angela nel 2016 e poi successivamente, nel 2021 quando, con la ritrovata Marina Occhiena, i Ricchi e Poveri festeggiarono la reunion peri i loro 50 anni di carriera. Li incontrammo, era un momento felice per Franco, reduce dal Covid che lo aveva piegato e gli aveva fatto tornare il morbo di Crohon, ma anche la voglia di cantare. Anima buona, spirito leggero come la sua musica, tra i quattro era quello che parlava di meno, lo slancio lo ebbe solo quando si iniziò a ricordare gli esordi dei Ricchi e Poveri avvenuti proprio sotto la Mole. «Una città cui dobbiamo molto - raccontò - qui c’era la nostra casa discografica, la Fonit Cetra. Quante volte siamo stati a Torino, ricordo le serate a teatro con Walter Chiari, le vie del centro, i suoi caffè. Sogno di tornare in questa città e di fare un grande concerto».
Parole che riempirono di gioia i lettori, soprattutto in seguito al successo della reunion che i Ricchi e Poveri fecero in tv nel 2020 ospiti del Festival di Sanremo: fu un tripudio, i dati auditel spiccarono il volo scrivendo una delle pagine più importanti della storia del piccolo schermo degli ultimi anni sulle note di “Che sarà”, “Se mi innamoro”, “Mamma Maria”, “Come vorrei”, “La prima cosa bella” Una serata di festa, di gioia, forse una delle poche che Franco riuscì a godersi dopo quella maledetta notte del 2013. Il destino volle che nel momento in cui fu avvisato della morte di Alessio si trovasse proprio all’Ariston insieme a Angelo e Angela per ritirare un premio da parte del Festival di Sanremo allora presentato da Fabio Fazio. La telefonata giunse mentre stava per salire sul palco, ovviamente non lo fece e scappò tra le braccia della moglie Stefania e della figlia Federica per chiudersi nel suo dolore. Di lui rimane il ricordo di una voce potente, di un’anima gentile e le belle parole per la sua Torino, una città che lo aspettava e che adesso dovrà farlo per sempre.
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