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07 Gennaio 2023 - 08:39
I classici, è cosa nota, sono tali perché sono sempre attuali, validi in ogni epoca, sanno parlare al presente. E nell’epoca del #MeToo, se c’è un’opera che ben rappresenta una tematica molto dibattuta questa è l’“Antigone”. Sì, perché il personaggio della tragedia di Sofocle può anche essere visto come una femminista “ante litteram”. Non è un caso, dunque, che lo spettacolo “Antigone e i suoi fratelli”, rilettura che il regista torinese Gabriele Vacis fa del testo greco, sia stato presentato in anteprima (a Valenza) in una data simbolica, il 25 novembre scorso, nella Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
E ora tocca alla prima. “Antigone e i suoi fratelli” andrà in scena in prima nazionale martedì 10 gennaio alle Fonderie Limone di Moncalieri (in replica fino a domenica 22 gennaio). A rappresentarla un cast di giovani: i ragazzi diplomati alla Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino riunitisi nella compagnia chiamata Pem, Potenziali Evocati Multimediali. Sono Davide Antenucci, Andrea Caiazzo, Chiara Dello Iacovo, Pietro Maccabei, Lucia Raffaella Mariani, Eva Meskhi, Erica Nava, Enrica Rebaudo, Edoardo Roti, Letizia Russo, Daniel Santantonio, Lorenzo Tombesi, Gabriele Valchera, Giacomo Zandonà.
Prodotto dallo Stabile di Torino in collaborazione con l’associazione culturale Pem, lo spettacolo prende le mosse dalla tragedia del drammaturgo greco, ma, spiega Vacis, «non è la messinscena del testo di Sofocle. È piuttosto una storia del personaggio che attraversa i tragici, da Sette a Tebe di Eschilo, passando dai testi sofoclei per arrivare a Fenicie di Euripide». Antigone è la donna che decide di dare sepoltura al cadavere del fratello Polinice pur contro la volontà del nuovo re di Tebe Creonte e per questo sarà da lui condannata a vivere il resto dei suoi giorni imprigionata in una grotta. Dalla vicenda prende il via una riflessione su alcuni valori universali: fraternità, libertà, uguaglianza.
«Nelle diverse tragedie Antigone assume una profondità nel rapporto con i fratelli Eteocle, Polinice e Ismene - è ancora Vacis -. Quello che cercheremo è la sostanza pesante della fraternità. I grandi tragici attraverso la figura di Antigone ci spiegano come anche la fraternità, se isolata dagli altri due valori, libertà e uguaglianza, finisce male». E aggiunge: «Cosa significa quindi essere fratelli? Sarà la ricomposizione di fratellanza con libertà e uguaglianza a garantirci i prossimi settanta o ottant’anni di pace?».
Le repliche dal 17 al 22 gennaio saranno accessibili attraverso l’uso di smartglass o smartphone. La recita di venerdì 13 gennaio sarà una replica soft, adatta per persone con disordini della comunicazione sensoriale. Venerdì 20 in programma una visita tattile alla scenografia.
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