l'editoriale
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07 Ottobre 2021 - 07:23
Meglio questa volta che a Londra, fa meno male. Ma all’Italia hanno fatto male le assenze assortite e una Spagna che aveva molto da vendicare anche se la Nations League non vale gli Europei. Semifinale era allora e anche questa volta, ma entrambe s’affrontano in maniera diversa tanto che il primo tempo diventa un flipper giocato a ritmi folli e non sempre con la giusta lucidità. Mancini sacrifica Bernardeschi come centravanti di manovra (“falso nueve” lasciamolo agli iberici), ma quella è un’arte che in Spagna conoscono da troppo tempo grazie a Guardiola. E così dopo un primo tentativo importante di Chiesa sul quale Unai Simon è subito reattivo, appena la squadra di Luis Enrique comincia a prendere misure e campo è una sofferenza continua. A sinistra sfondano quando vogliono e in cinque minuti di fatto chiudono i conti. Prima Ferran Torres è murato a un passo dal vantaggio che poi però trova sfruttando alla grande un chirurgico centro di Oyarzabal sul quale Bastoni dorme. E due minuti dopo Marcos Alonso, buttato dentro dopo 3 anni di assenza, con un innocuo sinistro dal limite trova il palo bucando le mani di mozzarella messe da Donnarumma. Un incubo dal quale l’Italia esce con fatica anche se nel giro di 60 secondi sfiora per due volte il pari con Bernardeschi, disinnescato dal solito Simon sfruttando l’aiuto del palo, e con Insigne che tira a giro anche quando è completamente solo e infatti calcia fuori. Ma sono solo lampi, che non producono tempeste.
E invece Bonucci fa danni sgomitando su Busquets: secondo giallo sacrosanto e azzurri in dieci, puniti poco dopo dal solito Ferran Torres questa volta di testa ma ancora con una splendida azione da sinistra. Mancini cambia molto, ma in realtà cambia nulla. La partita si trasforma in rodeo, la volata di Chiesa per Pellegrini illude ma per l’Italia ci sarà solo la finale che conta zero domenica alle 15 all’Allianz Stadium contro la perdente di Francia-Belgio. Fine dell’imbattibilità dopo 37 partite.
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