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Da Torino 2006 a Pechino, il pattinaggio è d’argento con Fontana e Cassinelli

short track pechino 22

Cosa lega Torino 2006 e Pechino 2022? All’apparenza nulla, ma la prima giornata di medaglie invece consegna alla storia un fil rouge difficilmente imitabile. Perché sulla pista del Palavela allora debuttava una quasi sedicenne (compie gli anni il 14 aprile) Arianna Fontana che vinse un bronzo da favola nella staffetta dello Short Track. E adesso è ancora lì a sudare e dare lezioni sui pattini: argento nella staffetta mista che ha aperto il programma dei Giochi, appena un paio d’ore dopo la stessa medaglia vinta da Francesca Lollobrigida nei 3000 metri del Pattinaggio Velocità.

La Lollo da sola, Arianna invece in buona compagnia a dimostrazione di un’Italia che come squadra funziona. Sul podio c’è anche, per lui la prima volta, il torinese Andrea Cassinelli che qui ha imparato tutto nei Velocisti Fiamma diventati oggi Velocisti Ghiaccio Torino. E poi Martina Valcepina e il figlio d’arte Pietro Sighel che sul filo di lana ha quasi beffato la Cina perdendo per 16 millesimi, roba da volata ciclistica.

Una medaglia storica per Arianna Fontana, che è già stata portabandiera azzurra a Pyeongchang 2018: è diventata l’atleta con più medaglie olimpiche nello short track arrivando a quota 9 e staccando due leggende come Apolo Anton Ohno e Viktor An. Ma non è tutto, perché nella storia degli sport olimpici sul ghiaccio meglio di lei c’è solo la pattinatrice olandese Ireen Wüst con 11. E così la bormina arriva ad un solo podio di distanza da Stefania Belmondo, raggiungendo un altro mito come Valentina Vezzali.

Nel 2006 con lei c’era anche un’altra torinese che ormai ha smesso per diventare mamma e allenatrice, Marta Capurso, ed è solo l’inizio perché l’aspettano altre gare a cominciare dai 500 nei quali è campionessa olimpica in carica.

A Torino 2006 invece Francesca Lollobrigida, classe ’91, non c’era ma è stata quella la molla per farla innamorare della velocità. Aveva già vinto molto nello skating, ha continuato ancora per un po’ e poi spinta anche dal padre, si è dedicata alla pista. Da ragazza, nei fine settimana si sparava 600 km tra Frascati e Baselga di Piné in Trentino, solo per allenarsi. Sacrifici enormi che adesso sono stati ripagati da questo argento, ad un passo dalla regina della specialità, l’olandese Schouten che ha gareggiato nella sua stessa batteria. «Non è un oro ma per me è come se lo fosse. Una soddisfazione enorme dopo tutte le difficoltà passate gli anni scorsi, in generale per l’Italia ma anche per me. Tutte difficoltà che hanno fortificato il mio carattere e non posso che essere orgogliosa di me stessa».

C’è ghiaccio anche per la coppia che sta facendo innamorare l’Italia: Stefania Constantini e Amos Mosaner nel doppio misto del curling hanno infilato altre due vittorie battendo l’Australia 7-3 e la Gran Bretagna 7-4. Con sei successi sono già qualificati per le semifinali di domani e sognare adesso diventa lecito.

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