Trentuno milioni di euro: è questa la cifra che dovrà sborsare il presidente Cairo per esercitare il diritto di riscatto che ha ottenuto l’estate scorsa sui trequartisti presenti in rosa. Per Praet ne servono 15, il cartellino di Brekalo costa 10 milioni, per Pjaca ne basterebbero sei, sempre che si decida di acquistarli. E queste ultime 12 partite (recupero con l’Atalanta compreso) saranno decisive per i tre trequartisti, eccezion fatta per Praet il quale rischia di aver già terminato la stagione. E proprio per il belga servirebbe l’assegno più corposo, nonostante sia stato fermo ai box per molto tempo: tolto l’ultimo infortunio traumatico, con l’infrazione ossea che lo ha costretto all’intervento chirurgico, già in precedenza aveva saltato quattro gare tra settembre e ottobre per un problema muscolare. Su di lui saranno fatte valutazioni anche e soprattutto dal punto di vista fisico, un discorso simile a quello relativo a Pjaca. Un polpaccio dolorante lo costrinse al forfait per tutto ottobre, le ginocchia non sono più quelle di una volta e il suo rendimento è in discesa: i dubbi sul croato crescono, mentre ha già avuto qualche incomprensione con Juric. «È tutto risolto, abbiamo fatto casino» il modo del tecnico per provare a fare chiarezza dopo il dietrofront post-esclusione dal derby, ma sul campo non sono arrivate le risposte desiderate. Il futuro di Pjaca resta in bilico, tre gol in 19 partite non sono sufficienti. Infine c’è chi, tra rendimento tecnico e fisico, per il momento sta dando più di tutti: alla prima stagione in Italia, Brekalo sta conquistando tutti. «È bravo nell’uno contro uno e sta cominciando anche ad andare sul mancino, può ancora crescere» ripete di lui l’allenatore, che lo ha lanciato titolare in 17 giornate su 26. Il classe 1998 ha all’attivo sei reti e un assist, oltre a prestazioni che sono sempre state in linea con le aspettative. Dieci milioni sembrano un buon investimento, già nelle prossime settimane si potrebbero allacciare i contatti con il Wolfsburg per il riscatto definitivo.
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