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«Voglio un bel calcio»: intanto però Mancini rivoluziona la squadra

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Roberto Mancini (foto: depositphotos)

Roberto Mancini è abituato a dover convivere con gli infortuni dei suoi giocatori, club o Nazionale non fa differenza. E così, alla vigilia di Italia-Inghilterra di Nations League 2022, il ct azzurro deve rivoluzionare la squadra. Sandro Tonali out per un affaticamento muscolare, non partirà nemmeno per Budapest così in ballottaggio per prendere il suo posto ci sono il romanista Cristante oppure il neo milanista Pobega (che sarebbe al debutto dal 1°) mentre la difesa titolare a tre dovrebbe essere composta da Toloi, Bonucci e Bastoni, con Di Lorenzo ed Emerson esterni di centrocampo.

Cosa chiede Mancini alla partita di San Siro (via alle 20.45)? «Mi aspetto che la squadra giochi un bel calcio anche se sappiamo che saranno mesi di sofferenza. Abbiamo gettato delle basi con alcuni nuovi giocatori che hanno bisogno di giocare tante partite. La carica c’è sempre, soprattutto in vista di una partita così bella. In palio ci sono punti per un gruppo che è ancora apertissimo, l’entusiasmo c’è per forza. Immobile? Speriamo che domani sera possa far bene». A preoccuparlo, la diversa condizione fisica, perché in Premier League partono subito a bomba mentre la Serie A carbura sempre un po’ dopo. Ma non cerca scusanti. «Loro essendo a inizio stagione fisicamente stanno meglio, ma abbiamo entusiasmo per disputare una buona gara». Per Leonardo Bonucci invece un po’ di ossigeno dopo il momento nero della Juve in generale, suo personale visti i rapporti complicati con la tifoseria: «Ingratitudine? Se fossero stati solo gli ultimi tempi mi sarei sorpreso. In realtà è tutta la carriera così, non mi spaventa nulla. Chi fischia un giocatore della Nazionale italiana per me è una persona senza cervello». E non parla solo di Donnarumma. Lui intanto non cambia: «Mi sento me stesso, sempre. Nel bene e nel male, tutto ciò che ho fatto nella carriera è stato così. Non importa se sia la Juve o la Nazionale, io mi comporto come credo sia giusto. L’importante è che la mattina mi possa guardare allo specchio ed essere consapevole di aver dato tutto me stesso per me e per la squadra».

Juve e Nazionale, due gruppi da rifondare: «C’è un po’ di mancanza di coraggio nel far giocare i giovani, ma anche difficoltà nel trovare giocatori di un certo livello pronti per certe competizioni. Bisogna rischiare, il rischio può dare soddisfazioni».

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