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07 Dicembre 2022 - 00:58
Andrea Agnelli (Depositphotos)
Potrebbero avere, in virtù del principio del «fair play», ripercussioni sul campionato, le presunte criticità del bilancio della Juve fatte emergere dall’inchiesta della procura di Torino e, da ieri, cristallizzate anche dai revisori di Deloitte e dal collegio sindacale. La bufera che si è abbattuta sulla società ieri ha registrato una giornata nera, iniziata, di mattina, con la divulgazione delle prime informazioni relative ai rilievi mossi dai revisori, che hanno segnalato criticità e passività non registrate relative alle manovre stipendi dei calciatori. Ed è terminata di sera, con Juve che ha chiuso in forte calo in Borsa a Milano: meno 5,3 % a 0,256 euro.
Oltre all’aspetto contabile, anche il piano sportivo non sarebbe esente da rischi.
Nella relazione finanziaria annuale al 30 giugno 2022, la società bianconera analizza le controversie relative al “financial fair play” e al procedimento aperto dalla Uefa il primo dicembre 2022, evidenziando che le norme del calcio europeo prevedono «il rispetto di diversi parametri, tra i quali un indicatore di liquidità e un indicatore di raggiungimento del pareggio di bilancio». Dopo averli ottenuti sia a livello europeo che nazionale per la stagione sportiva in corso, il club si «attende di rispettare anche nel futuro i parametri richiesti, compresi quelli previsti dal Settlement agreement siglato ad agosto 2022 con Uefa club financial control body». Ma, con vari fronti aperti - dai rilievi della Consob all'inchiesta della procura - Juve prospetta anche lo scenario più cupo, nonostante abbia sempre dichiarato di aver operato rispettando le regole: «Tuttavia - scrive - non si può escludere che tali parametri (o nuovi requisiti che potranno essere eventualmente proposti e approvati) possano in futuro non venire pienamente rispettati, ovvero che la loro soddisfazione comporti la necessità di reperire ulteriori mezzi finanziari. Qualora la società non fosse in grado di rispettare i suddetti requisiti, la stessa potrebbe subire limitazioni gestionali, sanzioni amministrative o, nei casi più gravi, non essere in grado di partecipare alle competizioni nazionali e/o europee con impatti negativi significativi sulla propria reputazione, nonché sulla situazione economica e finanziaria del gruppo».
Il primo dicembre 2022 l’Uefa control financial control body ha avviato un procedimento, in corso. La società indica comunque che «la Juventus resta convinta, anche tenuto conto degli approfondimenti di natura legale e contabile svolti dalla società sulla base di pareri rilasciati da esperti indipendenti, di aver operato nel rispetto delle leggi e delle norme che disciplinano la redazione delle relazioni finanziarie, in conformità agli applicabili principi contabili e relativi criteri di applicazione e in linea con la prassi internazionale della football industry».
Tornando al piano contabile, ieri mattina i revisori di Deloitte, che hanno esaminato il bilancio al 30 giugno 2022 della Juventus, hanno emesso un «giudizio con rilievi». Una doccia fredda per chi pensava che il progetto di bilancio redatto il 2 dicembre, quando ormai gli atti dell’inchiesta della procura, non solo della Consob, erano disponibili, fosse finalmente in regola con i principi di un corretto bilancio. Deloitte invece ha indirettamente confermato, per quanto riguarda le cosiddette manovre stipendi dei calciatori, l’ipotesi accusatoria dei pm Mario Bendoni, Ciro Santoriello e dell’aggiunto Marco Gianoglio: ovvero che nel bilancio non siano state inserite alcune passività relative a trattative pregresse e riservate con i calciatori: 20 milioni di euro a Ronaldo, 5 milioni di euro a Dybala, forse altri soldi per Mendes, il procuratore di Ronaldo. Ci sarebbe anche un presunto debito verso l’Atalanta, forse di circa tre milioni di euro. C’è infine una seconda relazione, quella del collegio sindacale, che pesa non del tutto in positivo sulla società. «Oltre ai temi connessi alle cosiddette manovre stipendi e alle cosiddette operazioni incrociate - scrivono poi i sindaci del collegio - le indagini penali hanno fatto emergere fatti di potenziale rilevanza indiziaria che non hanno trovato contabilizzazione, i quali, ove confermati, potrebbero comportare l’insorgere di passività in capo alla società. Ci si riferisce ai rapporti intercorsi con altra società calcistica e con Cristiano Ronaldo». «Da un lato - spiegano i sindaci - i revisori hanno avuto conferma dell’effettiva contabilizzazione da parte di altra società calcistica di accertamenti attivi per fatture da emettere verso la società per 3 milioni di euro. Dall’altro Ronaldo a mezzo di un proprio difensore ha depositato una richiesta di accesso agli atti nella quale rivendica la propria qualità di creditore della società, con ciò avvalorando gli elementi di indagine» e la «rilevanza della posta in gioco è pari a 20 milioni di euro». «Dall’analisi effettuata dei documenti della procura - concludono - sono emerse plurime carenze sul sistema dei controlli interni e in particolare sul sistema del controllo amministrativo contabile, rilevando alcune evidenze non del tutto allineate alle aspettative di un ambiente di controllo che opera in modo efficace».
Deloitte invece, reputa che «per quanto riguarda le manovre sui compensi del personale tesserato relative alle stagioni sportive 2019/20 e 2020/21 della Juventus», «la perdita dell’esercizio chiuso al 30 giugno 2022 e il patrimonio netto al 30 giugno 2022 risultano sovrastimati rispettivamente di 44 milioni e 5 milioni».
Il club bianconero, da parte sua, nota che «i rilievi della società di revisione si basano su interpretazioni e applicazioni di regole contabili e giudizi e valutazioni che Juventus non condivide, anche tenuto conto degli ulteriori approfondimenti di natura legale e contabile svolti dalla società sulla base di pareri rilasciati da esperti indipendenti». La Juventus ribadisce che «continuerà a collaborare e cooperare con le autorità di vigilanza e di settore, impregiudicata la tutela dei propri diritti in relazione alle contestazioni mosse contro i bilanci e i comunicati della società dalla Consob e dalla Procura».
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